Al netto del siparietto tra il legale della Sateca Enzo Paolini ed il sindaco di Acquappesa Francesco Tripicchio, culminato con la caduta a terra del primo cittadino, senza conseguenze ma meritevole di cartellino giallo per simulazione e senza necessità di ricorrere al Var, le procedure di rientro in possesso del compendio delle Terme Luigiane promosse dalle amministrazioni di Acquappesa e Guardia Piemontese si sono svolte certo sul filo della tensione, ma senza incidenti, anche in virtù del nutrito schieramento di forze dell’ordine presenti sul posto.

Completata la procedura di acquisizione

Un primo blocco della struttura era già stato acquisito, sempre in maniera forzosa, lo scorso 5 febbraio. Oggi si è completata la restituzione dell’area di sorgente, degli uffici della piazzetta e dell’ultima parte del complesso San Francesco. Ma la Sateca, società di gestione delle Terme, la cui ultima proroga è scaduta lo scorso 31 dicembre, non ha dubbi sulla illegittimità dell’operazione. Enzo Paolini mostra un documento datato 8 febbraio 2019, sottoscritto davanti all’allora Prefetto di Cosenza Paola Galeone e nel quale si legge effettivamente che le attività di Sateca «possono proseguire fino all’effettivo subentro del nuovo subconcessionario».

Strascichi legali

Non serve la zingara per prevedere uno strascico legale di questa vicenda nelle aule giudiziarie: «La Sateca è nel legittimo possesso dei beni facenti parte del compendio termale – spiega l’avvocato Enzo Paolini che difende gli interessi della Sateca - Ad agire illegalmente sono due signori che si sono qualificati come sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese i quali, senza avere alcun titolo, hanno proceduto all’apprensione coattiva dei locali, a danno della Sateca. Ho chiesto alle forze dell’ordine, presenti in numero cospicuo, di verificare se ci fosse un titolo che li abilitasse a questa azione violenta di spoglio e di danneggiamento, ma nessun titolo è stato esibito. Certamente siamo di fronte ad un’azione illegale di cui davanti alla giustizia dovranno rispondere mandanti ed esecutori».

Perdita per la comunità

Il legale poi rincara la dose: «Stando così le cose, la Sateca non riprenderà le attività. Non è un rischio: è una certezza. Così come è una certezza che i comuni di Acquappesa e Guardia Piemontese non avranno tutto l’indotto determinato dalle centinaia di migliaia di persone che alle Terme Luigiane si recano per usufruire di un servizio che peraltro i comuni, in stato di predissesto, non potranno mai assicurare».

Acqua passata

Per i sindaci Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti però, le cose stanno diversamente. Il rientro in possesso del compendio termale è un passaggio necessario per ultimare il bando di gara europeo di affidamento della gestione delle Terme. Alla stessa Sateca, se vorrà partecipare, oppure ad altro soggetto. Purché si rompa il regime di sostanziale monopolio e si adegui il canone annuale, attualmente fissato in 43 mila euro, al volume di fatturato generato dalla struttura «attestato a quota sei milioni di euro – afferma il primo cittadino di Acquappesa – di cui due milioni e settecentomila derivanti dalle prestazioni erogate in convenzione con il servizio sanitario nazionale. Inoltre – lamenta Tripicchio che parla anche a nome di Rocchetti – noi dobbiamo versare 25 mila euro l’anno alla Regione, proprietaria delle acque, per la concessione». Ai comuni quindi restano le briciole.

Trattativa difficile

I comuni quindi, non solo non valutano per niente vantaggioso il rapporto avuto fin qui con Sateca, che alle Terme Luigiane opera dal lontano 1936. Ma sostengono anche che il soggetto gestore negli ultimi anni abbia trascurato la manutenzione del complesso, alcune zone in effetti sono in condizioni inaccettabili, spostando progressivamente l’erogazione delle prestazioni in una propria struttura esterna all’area pubblica dove potrà continuare ad utilizzare comunque una quota delle acque termali, nella misura massima del dodici percento. Tripicchio infine, nelle more dell’espletamento del bando, fa sapere che i due comuni hanno già dato la piena disponibilità a sottoscrivere un nuovo contratto temporaneo con Sateca, per evitare la cessazione delle cure termali. «E se Sateca non accetta – chiosa - dovrà assumersi tutte le proprie responsabilità in ogni sede anche nei confronti dei lavoratori».

Il destino dei lavoratori

Nel mezzo c’è il destino di oltre 230 lavoratori, di cui il novanta percento stagionale. Forte la paura di perdere il posto. Ma anche su questo fronte il sindaco di Acquappesa si sente di fornire ampie rassicurazioni: «Il bando, se previsto dalla legge, conterrà una clausola sociale per la salvaguardia dei livelli occupazionali. Laddove non sarà possibile applicarla in maniera soddisfacente, inseriremo l’assegnazione di un punteggio extra all’offerta che darà maggiori garanzie sul fronte dell’impiego delle maestranze». Intanto venerdì 19 febbraio, si svolgerà un sit-in presso la Cittadella regionale, organizzato dalla Cisl per chiedere un intervento alle istituzioni, di salvaguardia del futuro dei lavoratori della importante struttura termale.