Nuovo presidio dei lavoratori delle Terme Luigiane alla cittadella regionale. I lavoratori si sono radunati stamattina nel piazzale per chiedere quale esito abbia avuto la diffida del presidente f.f. Nino Spirlì sulla presentazione del report da parte dei due sindaci di Acquappesa e Guardia Piemontese. Oggi scadono infatti i cinque giorni di tempo dati da Spirlì ai due amministratori per consegnare il documento sullo stato delle Terme, documento in cui dovrebbero essere indicati lo stato della struttura e gli interventi manutentivi messi in atto durante il periodo di interruzione delle attività e, soprattutto, un cronoprogramma nel quale si evidenzino con chiarezza tempi e modalità delle attività di sfruttamento delle acque al fine di salvaguardare l’avvio della nuova stagione termale 2021.

A rischio la nuova stagione termale

I lavoratori ancora una volta chiedono al presidente Spirlì di avere notizie sul proprio destino lavorativo. «Ricordiamo – dicono – che sono 250 i lavoratori coinvolti in questa vertenza, 22.000 i curandi che fruiscono ogni anno di più di 500.000 prestazioni sanitarie. Ammesso e non concesso che si trovi una soluzione, iniziamo a dubitare fortemente che l’azienda possa essere più nelle condizioni di poter organizzare una stagione per il 2021 visto che siamo arrivati già alla fine di maggio. Ci aspettavamo da parte dei sindaci un gesto simbolico di distensione con la riapertura delle acque verso la condotta Sateca, quantomeno per limitare i danni già certi sul corretto funzionamento della condotta stessa, ma ciò non è avvenuto».

L'incontro con i sindaci in Regione

Sotto accusa da parte dei lavoratori l’incontro, avvenuto lunedì scorso in Regione, tra i due sindaci Francesco Tripicchio e Vincenzo Rocchetti, Spirlì e i due assessori Fausto Orsomarso e Gianluca Gallo. Una mossa «non piacevole ed istituzionalmente non corretta» secondo i lavoratori, che commentano negativamente le parole utilizzate dal sindaco di Acquappesa, che a margine dell’incontro aveva espresso «grande soddisfazione» e aggiunto: «Siamo certi che, nel rispetto delle regole e nel solco tracciato di legalità e di trasparenza, si otterranno grandi risultati a tutela degli interessi pubblici e per addivenire al rilancio delle Terme Luigiane, alla salvaguardia dei livelli occupazionali ed al proseguimento delle prestazioni sanitarie».

Proprio in nome di trasparenza, legalità e diritto d’informazione, i lavoratori delle Terme chiedono al presidente Spirlì quali siano, nello specifico, i contenuti positivi emersi durante l’incontro e per quale ragione non sia stata ancora fissata la data di convocazione del tavolo di lavoro proposto e promesso. «È sulla base del report che si dovrà costruire il futuro delle Terme Luigiane  - concludono – nel rispetto di ruoli e funzioni delle istituzioni coinvolte».