VIDEO | Si lavora per allungare la stagione turistica e dopo avere azzerato la massa debitoria del 2021 adesso si sta investendo per migliorare e ampliare la struttura
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La crisi pandemica ha colpito anche il turismo termale. Le percentuali dei flussi turistici si sono decisamente abbattute e ora si tenta la ripresa. In questo contesto rientrano le terme Sibarite i cui vertici hanno avviato importanti politiche di rilancio. Si tratta di una struttura che si sviluppa su un’area di 23 mila mq circa, inclusa di servizi alberghieri, di parco termale e di un centro di riabilitazione neuro-motoria in ambiente termale. Sono stati completamente ristrutturati nel 2018 il reparto inalatorio e quello per la fango-terapia.
I flussi turistici provengono prevalentemente dalle regioni del Sud, in particolare: Puglia, Sicilia e Basilicata. Il target di riferimento è destinato agli ultrasessantenni. «Parte una nuova stagione che tende a destagionalizzare ed arrivare fino a 8 mesi di attività», fa sapere l’amministratore unico Gianpaolo Iacobini (foto a sinistra), che mira a implementare i servizi e a garantire la qualità delle prestazioni.
All’impennata di circa il 60%, manca ancora all’appello quel 40% presente prima della pandemia. C’è da colmare il gap della pandemia, nel 2020 si sono registrate perdite per 413mila euro su un bilancio che conta un fatturato medio di 1.5 milioni di euro. «Perdite ingenti», conferma Iacobini, nel 2021 «il debito è stato ripianato con un utile simbolico di circa 2mila euro. In attività 50 unità lavorative nella dotazione organica. La struttura societaria è in capo alla Regione Calabria.
Esistono delle cavità carsiche su cui il nuovo management sta investendo insieme a un gruppo speleologico al fine di arricchire l’offerta termale. Cinque sorgenti naturali con una temperatura costante di 25° C. Significative indagini batteriologiche rivelano la presenza di idrogeno solforato di origine biologica.