Era lo scorso febbraio quando la piccola azienda di apicoltura Lupinacci di Galli, frazione di Feroleto Antico, veniva per la terza volta derubata e vandalizzata. Delle circa 200 famiglie di api non era rimasto nulla e i titolari affranti e disillusi avevano deciso di abbassare la saracinesca. A fare cambiare loro idea era stata la solidarietà ricevuta e l’appello lanciato da Coldiretti Calabria affinché venissero loro donate delle api dalle quali potere ricominciare. Un piccolo sacrificio, donare qualche arnia, che avrebbe potuto però permettere a questa piccola impresa a gestione familiare di non mollare e di potere continuare a sperare per poi riprendersi in mano la loro vita.

 

A quattro mesi di distanza l’azienda Lupinacci ha raccolto i frutti di quell’appello. Ad aiutarla Coldiretti Calabria e l’azienda Savuto di Cleto, insieme ad altri piccoli privati. Circa 25 le arnie donate e così si ricomincia a sperare nel futuro. «Si riparte e spero di fare sempre meglio – ci dice il titolare Giuseppe Lupinacci – ho già una serie di sciami, il mio obiettivo è da settembre ripartire da dove mi avevano costretto a fermarmi».

 

Una vita di sacrifici quella degli apicoltori che tra l’altro hanno conosciuto quest’anno uno dei loro minimi storici in termini di produzione a causa delle basse temperature e delle forti escursioni termiche tanto che le api sono state nutrite con il glucosio. «Le api sono la base della vita – ci dice ancora Lupinacci con gli occhi lucidi – fare l’apicoltore è una missione, se mi tolgono le api mi tolgono tutto e se dovessero scomparire per l’uomo ci sarà poco da sperare». E la Coldiretti rappresentata dal direttore Pietro Bozzo rilancia: «Il costo di un vasetto di miele non può essere negoziato, dietro c’è tanto lavoro e ci sono tanti sacrifici. Noi in Italia vogliamo consumare miele italiano prodotto da chi ha esperienza e un forte legame con il territorio».

 

 

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