Una scelta operativa che pesa sui cittadini: il volo era stato programmato per la sola winter season, ma lavoratori e studenti ne auspicavano la riconferma. E le istituzioni non hanno fatto sentire la propria voce
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Quello di oggi sarà il primo giorno feriale a non vedere più decollare il volo mattutino Ita Airways per Milano Linate dall’aeroporto dello Stretto, con partenza alle 6.15 da Reggio Calabria e rientro con sosta serale. Il collegamento, reintrodotto dopo anni lo scorso fine ottobre 2024 con sosta notturna dell’aeromobile a Reggio, non è stato prorogato con l’entrata in vigore dell’orario estivo.
La decisione non è arrivata all’improvviso: la compagnia aveva già comunicato che il volo sarebbe stato addizionale per la winter. Tuttavia, nessuna comunicazione successiva aveva chiarito le intenzioni di Ita per i mesi estivi, lasciando intendere che il night-stop fosse un felice e stabile “ritorno al passato”, quando questo era la regolarità. Salvo apprestarsi a ribadire, dopo il “polverone” sollevato dalla nostra testata, che quella del Reggio Linate non è una “cancellazione” e che lo stesso termine era fuorviante. E oggi, mentre la programmazione estiva è già iniziata, l’assenza del volo si è tradotta in una perdita concreta per l’utenza dello Stretto, in un silenzio che pesa.
Un volo essenziale per lavoratori, studenti e pazienti
Quel volo consentiva di raggiungere Milano nelle prime ore del mattino e di rientrare a Reggio Calabria in serata. Una soluzione quotidiana e diretta, senza costi aggiuntivi di pernottamento, che aveva trovato il favore di chi si muove per motivi professionali, di studio o di salute. Soprattutto di salute. Il suo utilizzo era particolarmente frequente tra lavoratori pendolari, operatori del terzo settore, famiglie con figli fuori sede e soprattutto tra chi, per ragioni mediche, è costretto a viaggiare con regolarità verso il Nord.
Con la sua scomparsa, l’unica possibilità diventa quella di anticipare la partenza al giorno precedente o di programmare rientri posticipati, con costi economici e organizzativi rilevanti. Peggio ancora: partire e tornare da Lamezia. Un disagio non secondario, se si considera che la tratta Reggio–Milano rappresenta un collegamento vitale per una porzione significativa della popolazione calabrese e siciliana, servita proprio dallo scalo dello Stretto, e che ora preferirà Lamezia e Catania.
Il mancato rinnovo non è un vincolo tecnico. È una scelta
Nelle settimane che hanno preceduto la fine della winter, ma – come detto – solo dopo il nostro intervento che poneva l’accento su questa problematica, Ita Airways aveva dichiarato esplicitamente che il volo con partenza mattutina da Reggio Calabria e rientro serale da Milano Linate sarebbe rimasto attivo solo fino al 29 marzo 2025, data di chiusura della stagione invernale. Nessuna promessa era stata fatta sulla proroga, va detto: ma la stessa compagnia aveva lasciato intendere che una valutazione sarebbe stata effettuata, tenendo conto della domanda, della sostenibilità economica e della disponibilità di flotta.
Dal canto della Regione e di Sacal, invece, nessun commento. Ed alla luce di quanto accaduto, è difficile non cogliere un elemento di discontinuità. Mentre su Reggio non è stato prorogato alcun collegamento, su Lamezia gli stessi criteri sembrano aver portato a una conclusione opposta: più voli, più offerta, più frequenze. Il rafforzamento dello scalo centrale della Calabria avviene nella stessa finestra temporale in cui Reggio resta senza il suo collegamento più utile e funzionale.
Tutto ciò rende chiaro che il mancato rinnovo del night stop non è il frutto di un impedimento tecnico. È piuttosto una decisione commerciale, che risponde a logiche aziendali assolutamente legittime ma che impattano direttamente sull’equilibrio tra territori. E se Ita investe dove crede di poter ottenere di più, allora viene da chiedersi quali strumenti abbiano le istituzioni per orientare o contrastare queste scelte.
Cinque mesi di servizio, poi il silenzio. E il tema della continuità resta sospeso
Il volo mattutino con night stop era stato introdotto da fine ottobre 2024, in coincidenza con l’inizio della winter season. Non era un volo straordinario: era una soluzione ordinaria, utile, funzionale. Per cinque mesi ha permesso a centinaia di passeggeri di raggiungere Milano nelle prime ore del mattino e rientrare in serata, senza disagi aggiuntivi né costi imprevisti. Non si trattava solo di comodità: era una risposta concreta al diritto alla mobilità per una parte di Paese storicamente penalizzata.
Quando, a febbraio, si è affacciato il dubbio sulla sua prosecuzione, ci si sarebbe aspettato una levata di scudi da parte di tutti quegli esponenti politici, governo regionale in primis, che avevano festeggiato i grandi traguardi dell’Aeroporto dello Stretto. Ma a chiedere pubblicamente chiarimenti a Sacal e a Ita Airways sono stati solo alcuni esponenti politici locali. Risultato: la rotta non è stata confermata senza che le istituzioni abbiano reso noto un eventuale piano di interlocuzione o pressione sulla compagnia.
Nel frattempo, le compagnie come è giusto decidono. Lo fanno sulla base della domanda e del profitto, com’è naturale. Ma lo fanno, forse, in assenza di una cornice pubblica che fissi delle priorità. E allora la domanda resta lì, inevasa: chi garantisce oggi la continuità territoriale per i cittadini dello Stretto? Quale politica di mobilità pubblica è in campo per chi parte da Reggio Calabria e non da Lamezia?
Chi decide e chi resta in silenzio
In questi mesi si è discusso di sostenibilità economica, disponibilità della flotta, domanda e offerta. Tutto vero. Ma oggi, il volo da Reggio non c’è più, e nessuno ha detto perché. Nessuno ha preso pubblicamente posizione. Nessuno si è messo nei panni di quei lavoratori, di quegli studenti e di quegli ammalati a cui è stato tolto un diritto fondamentale.
Le compagnie fanno i propri conti, ed è legittimo. Meno comprensibile è quella che pare come l’assenza di una concreta visione istituzionale, capace di considerare lo scalo dello Stretto come una risorsa da difendere e da integrare in un disegno più ampio. Si parla spesso di continuità territoriale. Poi accade che un collegamento strategico scompaia, e tutto resta fermo. E sarebbe, anzi è, un vero peccato, visti gli straordinari traguardi raggiunti da Sacal e Regione Calabria in questo scorso 2024.
C’è chi ha deciso. E c’è chi, potendo dire o fare qualcosa, ha scelto di non farlo.