Nel capoluogo bruzio si terrà il corteo regionale per chiedere maggiore sicurezza e leggi più giuste. Il segretario della Fillea Celebre: «Saremo in piazza soprattutto per perorare, per l’ennesima volta, l’istituzione della vera “patente a punti” per tutte le aziende»
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“Adesso Basta”. Questo è lo slogan coniato dalla Cgil e dalla Uil per lo sciopero generale nazionale che si terrà domani. Una mobilitazione proclamata da Cgil e Uil che interesserà per otto ore il settore dell’edilizia e per quattro ore tutti i settori privati, con manifestazioni e iniziative che si terranno a livello territoriale.
La manifestazione regionale calabrese si terrà a Cosenza. Partirà, alle 10, da via Tagliamento per raggiungere, in corteo, la Prefettura. Gli obiettivi e le ragioni della mobilitazione di giovedì, che arriva dopo quella dello scorso 8 marzo, sono: stop alle morti sui posti di lavoro, una nuova e più giusta riforma fiscale e un nuovo modello sociale.
«Come Fillea Cgil giovedì scenderemo in piazza – si legge in una nota del segretario regionale Simone Celebre – perché la salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare un vincolo per poter esercitare l’attività d’impresa. È necessario cancellare le leggi che negli anni hanno reso il lavoro precario e frammentato, così come bisogna superare la logica del subappalto a cascata e ripristinare la parità di trattamento economico e normativo per le lavoratrici e i lavoratori di tutti gli appalti pubblici e privati. Questo “sacrificio economico” chiesto a tutti i lavoratori dell’intero settore delle costruzioni servirà anche per chiedere il rafforzamento delle attività di vigilanza e prevenzione nei cantieri con l’incremento delle assunzioni nell’Ispettorato del lavoro e nelle aziende sanitarie locali; per ribadire il nostro categorico No al lavoro senza un’adeguata formazione e diritto alla formazione continua per tutte le lavoratrici e i lavoratori».
«Saremo in piazza soprattutto per perorare, per l’ennesima volta, l’istituzione della vera “patente a punti” per tutte le aziende e per tutti i settori, per chiedere il blocco delle attività per quelle imprese che non rispettano le norme di sicurezza, per introdurre il reato di omicidio colposo e per garantire il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori di eleggere, in tutti i luoghi di lavoro, i propri rappresentanti per la sicurezza e, infine – conclude la nota –, per sancire l’obbligo per le imprese ad applicare i Ccnl firmati dalle organizzazioni comparativamente più rappresentative e al rispetto delle norme sulla sicurezza, quali condizioni necessarie per poter accedere ai finanziamenti e agli incentivi pubblici».