«La stangata di rincari che si preannuncia già a inizio del 2025 ammonterà a +914,04 euro annui a famiglia. Oltre i già annunciati rincari nel settore dell’energia si aggiungono ora quelli in campo alimentare, delle assicurazioni, della scuola, della ristorazione». È quanto si legge in una nota di Federconsumatori Calabria.

«Gli aumenti in arrivo – continua – si abbatteranno su una situazione già compromessa dai continui rincari registrati negli ultimi anni che hanno costretto le famiglie a rinunce o a modifiche le proprie abitudini di consumo tante volte abbassando la qualità degli acquisti».

«Federconsumatori, a fronte dell’inarrestabile corsa dei prezzi che trova le famiglie del tutto indifese a fronteggiare i rincari, ritiene necessario avviare misure urgenti quali: la rimodulazione dell’Iva sui generi di largo consumo che consentirebbe un risparmio di oltre 531 euro annui a famiglia; la riforma e degli oneri di sistema su beni energetici eliminando voci obsolete e spostandone altre sulla fiscalità generale; l’alleggerimento delle accise sul carburante; la creazione di un Fondo di contrasto alla povertà energetica e una determinata azione di contrasto alla povertà alimentare; la disposizione di maggiori aiuti per affrontare le spese relative alla scuola e all’università e garantire il diritto allo studio; lo stanziamento di maggiori risorse per la sanità pubblica; l’avvio di misure per riequilibrare le disuguaglianze esistenti, prima di tutto attraverso un rinnovo dei contratti, una giusta rivalutazione delle pensioni e una riforma fiscale equa tesa a sostenere i redditi medio-bassi».

«Misure – si legge ancora nella nota – che potrebbero e dovrebbero, trovare copertura finanziaria attraverso la tassazione degli extraprofitti e nel contrasto all’evasione fiscale».

Commenta Mimma Iannello, presidente di Federconsumatori Calabria: «Di fronte all’ennesima ondata di rincari che si abbatterà su famiglie già stremate dal carovita di questi anni, ci saremmo aspettati una legge di Bilancio mirata a sostenere redditi. Invece, non intravediamo alcuna misura mirata a contrastare le crescenti diseguaglianze che attraversano il Paese ed in particolare il Mezzogiorno. Eurostat per il 2023 ha fotografato al 40,6% le famiglie calabresi a rischio di povertà collocando la Calabria fra le regioni d’Europa con la più alta percentuale. A questo indicatore sociale se ne aggiungono purtroppo tanti altri con segno meno».

«Se poi rapportiamo gli aumenti su base nazionale alle condizioni di reddito della nostra regione – prosegue Iannello – ne scaturisce una miscela esplosiva di iniquità e diseguaglianze a cui vanno date risposte urgenti per impedire che la vita di molte famiglie del Mezzogiorno sia segnata da rinunce in ogni settore: dalla salute, all’istruzione, all’energia, ai trasporti, ad una sana alimentazione».

«Se a tutto ciò aggiungiamo l’uso inefficace delle risorse del Pnrr, si materializza il rischio che i divari sociali che dovevano essere colmati tra aree territoriali, generi e generazioni, anziché essere ridotti aumenteranno ulteriormente aggravando situazioni già critiche considerato che l’Istat attesta che mentre cresce l’occupazione tra i 50-64 anni (legata anche all’età pensionabile) diminuisce quella tra i 24-35 anni e rimane indietro quella femminile – conclude –. Di fronte a questo quadro sociale non si può narrare di un Paese in cui tutto va bene perché a dire costantemente così, persone e comunità che vivono il disagio, resteranno sempre più invisibili ed ai margini. Non è quello di cui ha bisogno la Calabria».

La tabella dei rincari