L’ex vicepresidente della società: «Esercitabile da parte dei lavoratori il diritto di precedenza, che il Decreto dignità recentemente introdotto non ha modificato»
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«I lavoratori stagionali della Sacal che stanno democraticamente protestando hanno il diritto di essere ascoltati e di essere assunti a tempo indeterminato. E’ vero che, in particolare per quanto concerne i soggetti adibiti ad attività stagionali per molti anni (alcuni addirittura oltre 10 anni), è un problema annoso e non generato dagli attuali amministratori della società aeroportuale, tuttavia oggi non può più essere differito od eluso, in quanto la Sacal sta facendo ricorso al lavoro interinale ed ha quindi necessità di risorse umane da impiegare per erogare i servizi». Lo dice in un comunicato stampa Luigi Muraca, ex vicepresidente Sacal.
Il diritto di precedenza
«E’ certamente esercitabile da parte dei lavoratori il diritto di precedenza, che il Decreto dignità recentemente introdotto non ha affatto modificato, lasciando inalterata la disciplina contenuta nel così detto “Jobs Act” ma non è solo una questione giuridica, è precipuamente un’esigenza di equità sociale, per tanti ex ragazzi, oggi padri di famiglia, i quali hanno necessità di stabilizzazione per programmare il proprio futuro. Non disgiunta dalla questione sociale, sussiste indubbiamente anche un interesse aziendale, dal momento che l’organizzazione, la gestione e lo sviluppo delle risorse umane passano per la valorizzazione delle professionalità cresciute negli ultimi 10 anni, guai se andassero perse e peggio ancora sarebbe se la società aeroportuale non dovesse professionalizzare la propria forza lavoro».
La convocazione del consiglio
Attesa per la convocazione del Consiglio di amministrazione in programma domani, 5 febbraio: «bisogna dare una risposta definitiva con l’assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori stagionali». Meno importante, a giudizio di Muraca, è la controversia tra Sacal e l’onorevole Dieni «che sembra una gara a chi viola più clamorosamente il DPR n.201/2015, di cui in Calabria ed al Ministero si sta facendo strame». «Lo ripetiamo per l’ennesima volta – aggiunge l’ec vicepresidente - il Decreto di Mattarella, per i cosiddetti scali di interesse nazionale, parla di “raggiungimento di un equilibrio economico-finanziario”, che deve essere conseguito con un piano industriale e quindi guardando al mercato. Le politiche assistenziali che, a quanto si legge, sarebbero fiancheggiate dal Ministero e dall’Alitalia piuttosto che da Sacal, sono la negazione del DPR n.201/2015, con cui, per una volta, era stato consegnato alla Calabria, non per una camarilla ma per meriti acquisiti sul campo, uno scalo strategico, Lamezia, da valorizzare». «Per la Calabria, il presidente Oliverio, la Sacal, non è stata evidentemente una splendida opportunità da coltivare, troppo impegnativa la sfida culturale per superare le divisioni ancestrali tra territori», conclude.
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