«Sono stati otto anni intensi, pieni, impegnativi». Con queste parole il segretario generale della Cgil Calabria, Angelo Sposato, si appresta a lasciare il mandato dopo otto anni trascorsi alla guida del sindacato. Lunedì 28 ottobre alla presenza del segretario nazionale della Cgil, Maurizio Landini, è stata convocata l'assemblea per eleggere il successore.

Sposato ha affidato ad un lungo post sui social il bilancio del suo mandato ringraziando tutti coloro «che in questi anni ci hanno dato la forza, gli stimoli, il coraggio per affrontare vertenze e sfide complicate, in una regione difficile e inquieta». 

«Ci siamo dovuti confrontare con un quadro socioeconomico e istituzionale molto compromesso, con situazioni e vertenze storiche aperte che ci hanno portato a mobilitazioni che in alcuni casi hanno paralizzato la nostra regione, con migliaia di lavoratori precari da stabilizzare e numerose vertenze territoriali», scrive il segretario ripercorrendo il tempo trascorso. «Tre presidenti di regione, un facente funzioni, quattro commissari alla sanità, la pandemia, interi settori commissariati che hanno determinato rallentamenti e cambiamenti nelle relazioni e confronti istituzionali, nei tavoli di programmazione e nei risultati».

Un contesto decisamente mutato, otto anni in cui il sindacato ha lavorato per offrire il suo contributo: «Abbiamo cercato, tutti insieme e con scelte coraggiose, di avviare un processo di riforma della nostra organizzazione in Calabria, alla luce dei cambiamenti della società e del mondo del lavoro, secondo le regole e i nostri dettati congressuali». E poi i ringraziamenti ai lavoratori e alle lavoratrici, ai pensionati e alle pensionate e ai giovani «che si sono avvicinati alla Cgil. Un grazie a tutte/i coloro che ho incrociato in questi anni e che mi hanno dato la loro amicizia e stima e donato la possibilità di conoscere, di sapere, di crescere, di confrontarci».

«Un grazie particolare alla mia famiglia, a mia moglie e mia figlia per avermi sempre capito e sostenuto. Un grazie di cuore alla Calabria che ha bisogno delle cure e del sostegno di tutti noi, da qualunque ruolo e funzione. Noi dobbiamo continuare ad essere costruttori di futuro, di lavoro, di pace e di speranza. Grazie per avermi dato l'onore di servire una causa giusta».