Il servizio ha riguardato 9 Comuni del Cosentino. La soddisfazione dell'assessore regionale Minasi: «Una bellissima esperienza di inclusione sociale che ha dimostrato come lavorare insieme sia la chiave per ottenere risultati»
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Si è tenuto a Lattarico, in provincia di Cosenza, la presentazione del resoconto del Servizio di sostegno socio-educativo che ha coinvolto 9 Comuni del Distretto Socio-assistenziale n.3 Media Valle Crati. Unanime riscontro positivo da parte delle 84 famiglie interessate. Approccio umano, amore, passione e competenza, vero valore aggiunto che ha consentito di fare la differenza e di raggiungere un risultato perfino superiore a quello inizialmente previsto. Coinvolgimento di tutte le figure professionali, intercettate con proposta di sbocchi professionali qualificati, direttamente nel territorio.
Fondamentale ruolo di coordinamento inter-istituzionale e nella mappatura di bisogni e delle famiglie messo in campo dell’Ufficio del Piano. Grande collaborazione e lavoro di squadra assicurato in tutte le fasi e da tutti i soggetti a vario titolo coinvolto: educatrici, amministratori ed esperti, coordinati dalla Società Cooperativa Sociale Onlus Maya. Soddisfazione complessiva dell’intera filiera attivata con grande senso di responsabilità, maturità e consapevolezza degli obiettivi dalla Conferenza dei Sindaci che ha dimostrato unità e capacità di impegno su obiettivi condivisi.
All’incontro, promosso dalla stessa Cooperativa Maya d’intesa con le amministrazioni di Montalto Uffugo, Bisignano, Cerzeto, Lattarico, Luzzi, Rota Greca, San Benedetto Ullano, San Martino di Finita, Torano Castello è intervenuta anche l’assessore regionale alla politiche sociali della Regione Calabria, Tilde Minasi che ha espresso soddisfazione per lo straordinario lavoro messo in campo e per i traguardi conseguiti che confermano – ha scandito – «il ruolo strategico che possono e devono svolgere gli ambiti territoriali in tema di politiche sociali; quando le reti istituzionali funzionano, le tantissime risorse previste nel settore vengono spese e con efficienza e, soprattutto, i benefici alle categorie più svantaggiate interessate dai progetti arrivano e producono effetti positivi, duraturi e replicabili nel tessuto sociale dei territori».
Coordinati da Lenin Montesanto che ha ribadito la necessità di un ritorno alla comunicazione istituzionale, favorendo e rendendo sempre più frequenti e normali, occasioni di rendicontazione e di condivisione delle diverse attività messe in campo attraverso l’utilizzo di risorse pubbliche, oltre all’assessore Minasi sono intervenuti anche Antonella Blandi, sindaco di Lattarico e presidente della Conferenza dei Sindaci; Rosaria Pupo dell’Equipe multidisciplinare dell’Ufficio di Piano che si è soffermata sulla capacità di interazione tra gli esperti messi in campo dalla Cooperativa e le famiglie coinvolte, tanto più in un periodo post Covid; e Teresa Pia Renzo, presidente della Maya, pedagogista e coordinatrice del Servizio che ha illustrato tutte le fasi del progetto, i metodi ed i soggetti coinvolti e, infine, il valore reale e percepito dei traguardi condivisi. «Appena affidatoci il servizio – ha ricordato la Renzo, destinataria di apprezzamenti e complimenti unanimi per la qualità complessiva del servizio erogato – abbiamo bruciato tutte le tappe, azzerando ritardi e dilazioni burocratiche, concentrandoci sull’analisi urgente e reale dei bisogni e sulla mappatura delle famiglie, in strettissima sinergia con l’efficientissimo Ufficio del Piano da Dario Iaquinta».
«Era e resta sempre difficile e complicato – ha proseguito la presidente della Maya – bussare alle porte delle famiglie e riuscire ad entrarvi per garantire il delicatissimo servizio educativo domiciliare. Se ci siamo riusciti – ha spiegato – ciò è stato possibile grazie alla qualità e competenza delle assistenti ed educatrici e soprattutto grazie alla fiducia che siamo riusciti a trasmettere in quanti ci hanno richiamato, voluto e ringraziato e fine percorso. Tutti i soggetti hanno proficuamente collaborato con la stessa determinazione e nella stessa direzione. Ed è così che – ha concluso la Renzo, ringraziando l’assessore regionale Minasi per aver voluto condividere ed elogiare questa esperienza definita esemplare e replicabile – insieme abbiamo fatto lo Stato Sociale, facendolo toccare con mano in questo territorio, anzi tutto alle famiglie destinatarie».
Ringraziamenti e riconoscimenti, in particolare all’assessore regionale Minasi, per l’attenzione, la presenza costante nei territori sono stati ribaditi in tutti gli interventi che hanno impreziosito l’evento di confronto: dalla sindaca ospitante Blandi, che soffermandosi su alcuni casi e risultati concreti che hanno impegnato tutto il gruppo di professionisti, ha ribadito la qualità del metodo messo in campo dalla Cooperativa Maya, al sindaco di Cerzeto Giuseppe Rizzo che ha auspicato la prosecuzione di questo e di altri progetti a beneficio della grande ed articolata domanda sociale locale; dal sindaco di Torano Franco Raimondo che ha parlato di una normalità non scontata che questo l’educativa domiciliare è riuscita ad ottenere e garantire, all’assessore alle politiche sociali di Montalto Franco Ferro che ha sottolineato come progetti del genere, così gestiti, siano in grado di far cambiare strada agli individui, alle famiglie ed a tutto il territorio; dalla sindaca di S.Benedetto Ullano Rosaria Amalia Capparelli che ha evidenziato come siano state soprattutto le donne e le mamme coinvolte ad aver beneficiato, nella vita reale, di risultati e servizi distintivi, alla vice sindaco di Bisignano Isabella Cairo per la quale a contribuire al successo del progetto è stato anche il dialogo ed il confronto costruttivo che distinto le istituzioni locali coinvolte; dalla consigliere delegata alle politiche sociali di S.Martino di Finita Illary Licursi che ha richiamato l’attenzione sulla necessità che metodi e risultati analoghi vengano replicati con progetti destinati anche ad altre categorie svantaggiate, su tutti gli anziani sempre più maggioritari nei piccoli comuni dell’entroterra al sindaco di Rota Greca Giuseppe De Monte che sottolineato l’importante ruolo svolto dall’associazione dei comuni.
L’assessore è quindi ritornata sulla Riforma del terzo settore, ribadendo la necessità e l’obiettivo di modificare il criterio di ripartizione del Fondo su base demografica. Citando, tra gli altri, i fondi previsti (11 milioni) per l’impresa sociale, ha ricordato come vi siano oggi a disposizione tutti gli strumenti e le soprattutto le risorse per governare la grande domanda di sociale delle popolazioni. Servono però determinazione e, metodo condiviso con il Presidente Roberto Occhiuto, anche scelte impopolari laddove necessarie per migliorare l’efficacia delle politiche sociali, nella consapevolezza che le risorse spendibili ci sono.
«Da qui ai prossimi tre anni – ha chiarito – abbiamo stimato solo per il sociale 748 milioni di euro da investire (inclusi i fondi del PNRR) in progetti ed interventi da storicizzare. Bisogna però entrare nell’ottica che è cambiato il modo di lavorare. I piccoli comuni devono preferire la capacità di unione, la programmazione e la garanzia di risultati all’utenza, perché i dati del disagio sociale sono allarmanti così come è devastante – ha precisato l’assessore che è anche Coordinatrice Nazionale della Commissione Politiche Sociali della Conferenza delle Regioni – dover ancora prendere atto dei ritardi di spesa, più intollerabili perché destinati a ridurre disagio sociale, che hanno purtroppo distinto negativamente la Regione Calabria».
«La famiglia – ha insistito – è lo spazio principale in cui l’individuo impara a vivere in società, nel quale costruisce se stesso e quindi anche la propria ostilità o l’integrazione nel sistema. Il sostegno educativo alla famiglia, alla genitorialità e al minore, dunque, va guardato come un vero e proprio investimento, perché attiva un processo di sviluppo armonico e completo della personalità del ragazzo e supporta gli adulti in questo cammino. Consente di colmare le carenze, ove vi siano, affiancando i figli e coinvolgendo i genitori ma anche favorendo il confronto tra loro per migliorare le relazioni e trasmettere ai giovani anche la capacità di socializzare, fondamentale per prevenire forme di disadattamento e devianza. Percorsi di questo tipo – ha proseguito – richiedono operatori altamente preparati e competenti, sia umanamente che professionalmente, in grado di affrontare qualunque situazione e di monitorare eventuali situazioni a rischio. Il progetto felicemente concluso nel Distretto socio-assistenziale N.3 Media Valle Crati rappresenta – ha concluso la Minasi ringraziando tutti i sindaci, i professionisti e la presidente della Cooperativa Maya Teresa Renzo per il traguardo comune – una bellissima esperienza di inclusione sociale che, ancora una volta, ha dimostrato come lavorare insieme sia la chiave per ottenere risultati, in questo caso un nuovo modo di intervenire a favore delle famiglie difficili, che non è solo assistenzialismo, ma responsabilizzazione e presa in carico sotto diversi punti di vista».