Dopo l’affitto del ramo d’azienda, Simet passa definitivamente a Busitalia. La storica azienda di autotrasporti rossanese, al centro di una battaglia sindacale per il licenziamento collettivo di 38 lavoratori, cede così il testimone alla società nazionale del gruppo Fs, Birs (Busitalia Rail Service) a cui adesso si guarda per la risoluzione definitiva della vicenda con il reintegro di tutti i lavoratori. «La tappa probabilmente più importante della storia di Simet si è conclusa con l’approdo in Busitalia, la grande compagnia nazionale che si occupa anche di trasporto di viaggiatori su strada e che, con la Birs-Bu Calabria, offre servizi di trasporto pubblico a lunga percorrenza e lo farà, d’ora in poi, non più attraverso l’affitto del ramo di azienda della Simet a ciò dedicato, ma subentrando alla stessa, per acquisizione». Così i segretari di Faisa-Cisal regionale e provinciale Francesco Antonio Sibio e Francesco Bruno.

«Diverse sono state le vicende che hanno interessato la Simet e, tra queste, sono certamente degne di nota quelle collegate agli aspetti occupazionali, che hanno lasciato strascichi non trascurabili – dichiarano in una nota –. Il nuovo corso dell’impresa rossanese, che per oltre settant’anni si è occupata principalmente di lunga percorrenza, non può non dare spazio a coloro i quali in Simet hanno speso le proprie energie migliori rendendo possibili i traguardi dalla stessa raggiunti. Chi si trova oggi fuori dal nuovo contesto aziendale per ragioni connesse ad una bieca legislazione, a cavilli legali e alle scelte pregresse che hanno portato al noto licenziamento collettivo Simet, deve poter tornare a lavorare con il nuovo soggetto societario. Busitalia deve garantire a chi è rimasto a mani vuote di poter contare su un impiego che i progetti, presenti e futuri, della Bu-Calabria possono certamente garantire».

Il taglio drastico di personale a settembre 2022, con le lettere di licenziamento recapitate a casa di 38 dipendenti. Emblematico il caso di Elda Renna, unica autista donna della compagnia riuscita a rimettere le mani sul volante dopo un’estenuante battaglia legale con cui, assistita dallo staff dell’avvocato Susanna Cecere, era riuscita a portare a casa una esemplare sentenza di reintegro basata sul rispetto delle quote rosa all’interno dell’azienda. Un reintegro poi concretizzatosi solo dopo l’impugnazione della stessa sentenza e l’ulteriore pronuncia dei giudici del Tribunale di Castrovillari. Altri sette mesi di attesa, da novembre 2023 a giugno 2024, per scrivere la parola “fine”.

Una parola che invece ancora si attende di scrivere per quei lavoratori rimasti ancora fuori, che non hanno intrapreso alcuna battaglia legale ma per i quali il sindacato torna a rivendicare il diritto a tornare al posto lasciato più di due anni fa.

«Festeggiare e salutare con favore l’avvento di Busitalia in terra di Calabria – affermano ancora Sibio e Bruno – senza pensare a coloro i quali permangono fuori dal mondo di quel lavoro perduto, al quale hanno riservato grande impegno e sacrificio, costituisce una partenza azzoppata, un’operazione meramente commerciale, fredda e priva dei valori che riteniamo invece debbano occupare un posto importante in questa storia che parte: pensare anche a chi molto ha dato e tanto ancora può dare a Simet nella sua nuova veste e dimensione». Di qui la richiesta di un incontro ai vertici della nuova società per «esaminare insieme tutti quegli aspetti che sono e saranno importanti per le scelte, attuali e future, di Busitalia, senza trascurare, anzi partendo con occhi rivolti ai lavoratori che meritano riguardo e l’offerta di una nova opportunità».

Un appello che il sindacato spera non cada nel vuoto come i tanti lanciati in passato. «Restiamo in attesa di essere convocati – concludono i due segretari – e nell’auspicio che Busitalia possa davvero costituire una realtà aziendale capace di importare in Calabria una nuova cultura imprenditoriale, esplorando ogni possibile soluzione all’endemico problema della disoccupazione, formuliamo alla stessa società e ai suoi dipendenti attuali e a quelli che verranno gli auguri di buon lavoro e di “buon viaggio” verso i migliori traguardi».