Lo stato di crisi assume contorni preoccupanti, mentre i primi cittadini del comprensorio esprimono preoccupazione anche per l'emergenza ambientale dovuta alla cronica presenza di immondizia per strada
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Lo stato di emergenza sul capitolo rifiuti assume di giorno in giorno contorni preoccupanti, mentre per strada iniziano a gonfiarsi i cumuli di monnezza. La società Ekrò, che ha in gestione l’impianto pubblico di stoccaggio di Bucita, ha posto in cassa integrazione alcuni lavoratori a causa dell’abbattimento del carico di lavoro determinato dal fatto che la società non trova siti dove conferire gli scarti per carenza di impianti. E se si va altrove, l’Ato è costretta a sobbarcarsi di oneri ulteriori non più perseguibili sul piano economico.
Ieri il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi ha incontrato le organizzazioni sindacali e una delegazione di lavoratori presso la sala comunale. L’amministratore ha «ribadito ai rappresentanti dei lavoratori come il problema principale in questa fase sia rappresentato dall'assenza di impianti per il conferimento degli scarti e le difficoltà per l'accesso agli altri circuiti extraregionali, instabili e molto costosi».
Il primo cittadino ha sottolineato come le amministrazioni comunali abbiano attivato ogni procedura al fine di «superare il problema, ripulire le strade e far ripartire a pieno regime gli impianti, nonostante il grave deficit ereditato dalla gestione emergenziale e le enormi difficoltà che ne conseguono».
La preoccupazione espressa dai comuni dell’Aro
Anche i Comuni dell'Aro (Area raccolta ottimale) della Sibaritide hanno espresso «profonda preoccupazione per l'emergenza rifiuti che ha pervaso non solo la nostra Provincia ma l'intera Regione Calabria. I malfunzionamenti dei conferimenti e degli smaltimenti stanno trasformando, ormai, una crisi emergenziale in una cronica e grave emergenza ambientale dai numeri allarmanti».
Secondo i sindaci della Sibaritide «tutto il sistema impiantistico regionale, ed in particolare quello della Provincia di Cosenza, è ormai rallentato o del tutto bloccato per l'assenza dei siti di conferimento che ha costretto gli Ato ad attivare circuiti extra-regionali caratterizzati da costi proibitivi e procedure farraginose». Per gli amministratori «servono dei provvedimenti straordinari ed urgenti da parte di tutte le Istituzioni coinvolte al fine di uscire dall'attuale emergenza ed avviare un percorso virtuoso che non renda vani gli enormi sforzi che sino ad oggi hanno compiuto le Amministrazioni e con i quali, quotidianamente, cerchiamo di governare e tutelare i territori».