Si può arrivare a costruire una filiera redditiva della Podolica calabrese? Se n'è discusso, con grande senso di responsabilità, in un confronto sereno ma autentico e ricco di contenuti, nel centro Arsac di località Malarotta a Camigliatello. Nel cuore della Sila Grande, in una bellissima giornata autunnale decorata dagli straordinari colori del foliage, si è svolta la 17ma Giornata della Podolica Calabrese organizzata dall'Ara, l'associazione regionale degli allevatori. Presenti l'assessore all'Agricoltura, Gianluca Gallo, il dg del competente Dipartimento, Giacomo Giovinazzo, a sua volta accompagnato dai dirigenti Francesca Palumbo e Giovanni Pandullo, la nuova commissaria dell'Arsac, Fulvia Caligiuri, nonché numerosi operatori del settore e vertici delle associazioni di categoria.

La Podolica è una razza bovina antica, rustica e resistente, frugale, abituata a vivere allo stato brado (o semibrado) anche in aree montane difficili, nutrendosi delle variegata vegetazione spontanea tipica di ambienti marginali e non molto fertili. I prati delle aree interne, come quelle dell'Altopiano Silano, dove le Podoliche giungono con la mitica transumanza, conferiscono alle carni ed al latte proprietà organolettiche e nutrizionali uniche, particolari, pregiate, distintive. Il pascolo libero, e quindi la costante attività di deambulazione di questi bovini allevati in quasi tutto il Sud Italia, contribuiscono in modo decisivo ad arricchirne le caratteristiche straordinarie e peculiari. Il legame delle Podoliche con il territorio è fondamentale proprio per le condizioni climatiche, orografiche e pedologiche della Calabria, con disponibilità di pascoli che solo questa razza è in grado di utilizzare al meglio e che garantiscono una preziosa dimensione naturale che non è propria degli allevamenti intensivi.

Negli anni l'intervento pubblico regionale, grazie a fondi Ue, si è concretizzato in sostegni economici per gli allevatori, ed è servito prima di tutto per salvare dall'estinzione la Podolica, sostituita progressivamente nel Novecento da razze quantitativamente più generose di carni e di latte, in quanto opportunamente selezionate per la prima o la seconda attitudine. Durante il convegno di Camigliatello si è affrontato, pertanto, anche il tema della biodiversità, un patrimonio da difendere a tutti i costi e rispetto al quale la Calabria ha un ruolo centrale e decisivo non solo in Italia ma in tutt'Europa e nel bacino del Mediterraneo, anche perché sono forti le ricadute sul piano ecologico oltre che culturale. La Podolica ha una duplice attitudine: produzione di carne (attività prevalente in Calabria), e di latte (se ne ricavano caciocavalli sublimi, purtroppo rari); nei tempi passati era soprattutto un'ottima razza da lavoro.

Ritorniamo alla questione che ha aperto questo servizio: si può pensare, in tempi rapidi, di costruire una filiera calabrese della Podolica a cominciare dal maggiore uso e diffusione redditiva della carne? Né sarebbe da trascurare anche una più consistente produzione di latte finalizzata alla trasformazione in formaggi tipici. Allo stato, hanno osservato alcuni operatori presenti all'incontro dell'Ara, c'è ancora molto da programmare e costruire, soprattutto per garantire che l'allevamento della Podolica, e in particolare l'accrescimento dei vitelli, diventi un'attività remunerativa e sostenibile.

Su questo fronte sarebbe importante che il concetto di filiera venisse considerato in tutta la sua estensione, comprensiva di appositi progetti di comunicazione integrata senza i quali nessuna filiera agroalimentare può esistere e funzionare. Nei prossimi giorni proporremo, da comunicatori, qualche idea, peraltro nella convinzione che se da un lato il reclamato intervento pubblico deve ancora essere ritenuto importante, dall'altro anche i privati, dagli allevatori ai commercianti di carni fresche per finire alla ristorazione, dovrebbero manifestare sempre maggiore disponibilità alla creazione di sistemi di collaborazione sinergica. La Podolica ha una grande forza identitaria e come tale può contribuire molto alla costruzione di offerte ristorative e turistiche che facciano leva sulle radici culturali, sulla massima valorizzazione dei sistemi ambientali, sui concetti di sana alimentazione. L'assessore Gianluca Gallo nel suo intervento ha dimostrato convinta attenzione nei confronti delle diverse problematiche esposte dagli allevatori ed ha assicurato il sostegno della Regione per il potenziamento della filiera podolica.

Giudico positiva la giornata dedicata in Sila Grande alla Podolica, perché condotta con spirito genuino e animata da una convinta e diffusa volontà di fare. L'assessore Gallo non ha rinunciato ad ascoltare le osservazioni della platea, anche quelle più problematiche, per quanto sempre animate da speranza di miglioramenti. Il potenziale c'è tutto, ma occorre passare rapidamente all'operatività, scommettendo su professionalità, vocazione imprenditoriale, competenza e meritocrazia. In fondo il microcosmo "Podolica", che si è manifestato in tutta la sua arcaica espressività nella giornata di Camigliatello, non è altro che la metafora di interi pezzi di Calabria!