«Ora bastalo dico io: carissima presidente Milone e Cia regionale, i nostri atti sono pubblici, trasparenti, veri e sono tutti (ma proprio tutti) pubblicati sul nostro sito. La realtà è molto diversa da come Lei la descrive». Il presidente del Consorzio di bonifica Jonico Catanzarese Grazioso Manno replica così al servizio andato in onda sulla nostra emittente nel quale abbiamo raccolto gli sfoghi di alcuni imprenditori agricoli e della presidente della Confederazione italiana agricoltori Calabria Centro in merito a inefficienze e mancanze. Manno invita Milone a rivolgere alcune domande alla Regione: «da anni, esattamente dal 2010, la Giunta regionale ha cominciato a tagliare i fondi a favore dei Consorzi e, arrivato Oliverio, i fondi sulla rete di colo e sull'irrigazione sono stati completamente azzerati. Successivamente, d'intesa con alcuni consiglieri regionali, siamo riusciti a far ripristinare i due capitoli di bilancio che ci riguardano, ma con una somma assolutamente ridicola: circa 110.000 euro a Consorzio».


«I nostri operai stagionali sulla rete di colo, che negli anni hanno fatto un lavoro egregio su tutto il territorio consortile, da sei anni non lavorano (tranne che per poche giornate) proprio a causa del venir meno del contributo regionale – precisa Manno - Aggiungo un fatto importante e clamoroso: su circa 340 milioni di euro sui fondi del dissesto idrogeologico, il Consorzio da me presieduto non ha goduto di nessun finanziamento da parte del Dipartimento Lavori Pubblici (diretto da Luigi Zinno ) pur avendo alcuni progetti immediatamente cantierabili». «In più - incalza - oltre al mancato riconoscimento dei compiti propri dei Consorzi di bonifica (con relativi finanziamenti), abbiamo a che fare con una burocrazia regionale asfissiante, ossessionante, incredibilmente irragionevole, che va oltre ma molto oltre i propri compiti, e supera abbondantemente i limiti della decenza».

 


«Gentilissima presidente, se c'è una vittima siamo noi: se c'è un colpevole è la Regione Calabria. Facciamo un bel dibattito, questa volta pubblico: io, lei e la Regione Calabria. Solo così, documenti alla mano, possiamo dire ognuno di noi la nostra, e la gente, i cittadini, i sindaci, organizzazioni ed enti vari, giudicare. Io personalmente non ho mai giudicato nessuno senza atti , fatti e documenti: chiedo - si chiude la nota - allo stesso modo di essere noi giudicati sulla base di atti, fatti e documenti. La saluto cordialmente ed attendo una Sua risposta».

 

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