Da una parte la Regione finanzia corse aggiuntive per garantire agli alunni di raggiungere le scuole in piena sicurezza, dall'altra con l'ordinanza emanata da Nino Spirlì, invita i ragazzi a rimanere a casa, sottraendo una significativa quota di utenza dalla rete del trasporto pubblico locale. In pratica paga ai concessionari un rimborso chilometrico per pullman destinati a rimanere vuoti.

L'ordinanza che distorce

La distorsione è stata innescata dal provvedimento con cui, sabato scorso, il presidente facente funzioni ha dato facoltà agli studenti delle superiori di proseguire con la didattica a distanza. È ancora presto per avere un quadro della situazione ma si stima che almeno un trenta percento della popolazione scolastica, abbia scelto di non tornare in classe.

Il piano delle prefetture

Si è così ridimensionato così il numero di giovani bisognosi di spostarsi con i mezzi pubblici, numero preso in esame per redigere il piano di rafforzamento dei trasporti, coordinato dalle cinque prefetture calabresi. In provincia di Cosenza è entrato in funzione dal primo febbraio. Oltre all'Amaco, la municipalizzata di Palazzo dei Bruzi per la mobilità urbana, sono undici le aziende coinvolte: hanno ridisegnato la mappa di impiego di mezzi e personale mettendo in campo circa 240 corse in più negli orari di ingresso e di uscita degli istituti. 

Ventimila euro al giorno

La spesa a carico della Regione per il servizio aggiuntivo ammonta, per la sola provincia di Cosenza, a poco più di ventimila euro al giorno, a prescindere dalla consistenza dei viaggiatori. Per fortuna, dopo la prima settimana di monitoraggio, si procederà ad una rimodulazione sulla base delle reali esigenze. Per cui questa stortura, con ogni probabilità, verrà subito corretta.