I sindacati di base hanno proclamato per lunedì 11 ottobre uno sciopero generale a livello nazionale. Previste manifestazioni nelle principali città italiane per tutta la giornata, la Calabria non farà eccezione. Sono tre i comuni in cui i lavoratori dei settori scuola, uffici pubblici e trasporti (treni, aerei, autobus, metro, traghetti) incroceranno le braccia.

Si tratta di Catanzaro (appuntamento ore 10 alla Cittadella), Cosenza (ore 9 a Piazza Loreto) e Gioia Tauro (ore 10 al porto). A comunicarlo sono le sezioni regionali di Cobas, USB e Orsa.

I sindacati contro il Governo Draghi e Confindustria

In una nota i sindacati puntano il dito contro il premier Draghi e il suo esecutivo. «Viene descritto come finalmente autorevole e rispettato in Europa - si legge nel loro appello alla mobilitazione - ma la realtà che tutti i giorni vivono lavoratori, pensionati e disoccupati è ben altra. È una realtà fatta di licenziamenti, in grandi e piccole aziende, di diversi morti sul lavoro ogni giorno, di rincari dei generi di prima necessità (carburanti, luce, acqua e gas) e di repressione della lotta dei lavoratori per difendere il proprio posto».

Poi l’affondo diretto: «Il Governo ora ha deciso ancora una volta di piegarsi a Confindustria e ha rimosso il blocco dei licenziamenti, misura rivelatasi insufficiente in quanto, nonostante fosse in vigore, sono stati licenziati un milione di lavoratori».

«Nessun segnale verso la Calabria, ultima in Italia e in Europa»

I temi cari ai sindacati di base sono la precarietà del lavoro, la privatizzazione dei servizi pubblici, le politiche di austerità, il dominio del capitale finanziario, lo strazio delle pensioni, i tagli alla scuola e alla sanità, nonché le tasse ritenute irrisorie per grandi capitali e multinazionali.

«La Calabria avrebbe bisogno di una netta inversione di tendenza, ma dal Governo nessun segnale nonostante la nostra regione abbia i tassi di disoccupazione, povertà ed emigrazione fra i più alti d’Europa. Nonostante la pandemia e "il governo dei migliori" dunque, non abbiamo visto nessun intervento strutturale sulla nostra sanità devastata, nessun intervento straordinario per l’occupazione giovanile e femminile o per l’edilizia popolare, nessun reale intervento straordinario in tema di edilizia scolastica e diritto allo studio, nessun piano straordinario per il trasporto pubblico, nessun piano per la cura del territorio, dei centri storici e dell’ambiente, nessuna prospettiva per i giovani se non l’emigrazione».