«L’invito del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, alle aziende sanitarie e ospedaliere di prorogare fino al 30 giugno i contratti degli operatori sanitari in scadenza al 31 marzo, in ragione del perdurare della pandemia e della recrudescenza dei contagi, al netto della cessazione dello stato di emergenza, interviene sul filo di lana per evitare un drammatico aggravarsi della condizione dei servizi sanitari calabresi che avrebbero subito un improvviso depauperamento di oltre 1400 unità di personale a tempo determinato in un sol colpo». A dichiararlo in una nota è la segretaria regionale della Fp Cgil, Alessandra Baldari. 

«E quindi - evidenzia il sindacato - ben venga la sollecitazione alle aziende a fare i compiti a casa, ovvero prorogare i contratti e spendere le risorse già assegnate per emergenza Covid nel 2020 e 2021 e procedere al mantenimento in servizio di tutte quelle figure che hanno consentito al sistema sanitario regionale di reggere l’impatto pandemico, seppur in affanno, in quanto non sufficienti comunque a colmare le gravi carenze di personale. Una sollecitazione, quella del presidente, necessaria ma non sufficiente, sia riguardo alle motivazioni che la supportano, sia riguardo al tempo di proroga previsto».

«Infatti - rimarca la Fp Cgil - riteniamo che sia giunto il tempo di affrontare, di concerto con le parti sociali, il problema delle assunzioni indispensabili per il sistema sanitario regionale, per consentire ai Lea di poter risalire la china della drammatica discesa a cui assistiamo, già da anni, e programmare la riorganizzazione dei servizi territoriali che con le risorse del Pnrr prevede la nascita di strutture di prossimità, Cot, Ospedali di Comunità, Case di comunità, destinate a garantire assistenza ai cittadini e colmare il grave gap tra ospedale e territorio per le quali saranno necessarie le assunzioni per renderle funzionali»
Pertanto «una proroga così breve, seppur indispensabile, sostiene ancora una volta solo l’ennesimo momento emergenziale e non coglie le opportunità, anche normative, per programmare un piano di assunzioni che fissi linee guida per le aziende tenendo in debito conto la possibilità di prevedere percorsi di stabilizzazione per tutti i lavoratori ingaggiati in emergenza, lo scorrimento delle graduatorie ancora aperte, percorsi di selezione per tutti i lavoratori che con varie tipologie di contratto hanno supportato tutte le strutture sanitarie».

Per la Fp Cgil «da qui si deve partire per dare risposte ai lavoratori ridotti a ranghi insufficienti a dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini e ormai in affanno a sostenere ancora a lungo una condizione di lavoro critica. È il momento di programmare e guardare avanti e non basta più governare l’emergenza. Restiamo sempre in attesa di incontrare i vertici regionali».