VIDEO | Appuntamento questa sera alle ore 21 su LaC Tv con E venne il giorno della Calabria, il format condotto da Franco Laratta
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«Sin dall’inizio, ho intrapreso una strada nuova al quanto rischiosa, essendo stato tra i primi in Calabria ad applicare l’agricoltura biologica». Dopo circa 30 anni da quella scelta, Roberto Ceraudo ha vinto la sua sfida. Le ha vinte tutte le sue sfide, questo contadino testardo, visionario, coraggioso. La sua storia raccontata nel corso della trasmissione E Venne il giorno della Calabria, in onda questa sera ore 21 su LaC Tv.
In tutto questo ha rivestito un ruolo di fondamentale importanza la ricerca della qualità totale, dalla coltivazione alla trasformazione del prodotto, rispettando e valorizzando territorio e microclima.
Al centro della sua proprietà, in contrada Dattilo di Strongoli, c'è un rustico caseggiato baronale del 1600, dove da poche settimane è stata realizzata una moderna e iper tecnologica cantina, e c’è un frantoio, e uno straordinario complesso agrituristico. Infine un ristorante raffinatissimo e premiatissimo: vanta perfino una stella Michelin.
Qui si trova una suggestiva chiesetta del XVI secolo in cui è conservata una reliquia di San Francesco di Paola. A metà anni '80 venne un Cardinale della Curia Romana accompagnato dal Vescovo di Crotone per verificare lo stato della reliquia del santo. In quella occasione, Roberto, visibilmente commosso, chiese al Cardinale di portare al Papa una cassetta del suo vino preferito: l'Imyr. Il vino arrivò a Giovanni Paolo II, che gradì molto. Tanto da scrivergli più volte per farselo inviare nuovamente in Vaticano.
Roberto ama la sua terra, è un fondamentalista dell’agricoltura allo stato autentico, “primitivo”: nessun mezzo meccanico entra nei suoi vigneti, nei suoi uliveti, nella sua terra. Anche l’erba viene tagliata a mano; la raccolta dei frutti si fa a mano; tutto per estrema difesa della più grande ricchezza che possiedono gli uomini: la terra. E dalla terra è iniziata l’avventura di Roberto Ceraudo, il pioniere.