Caos nella giornata di presentazione delle domande da parte di piccoli imprenditori e professionisti per accedere all’aiuto economico una tantum di 1.500 euro. «Colpa degli hacker», secondo l’assessore Orsomarso, per il quale la platea potenziale è di oltre 43mila beneficiari ma poi ammette che le richieste sono state solo 27mila (ASCOLTA L'AUDIO)
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Quanto vale la dignità di un piccolo imprenditore calabrese? Appena 1.500 euro, ma da conquistare combattendo con il mouse tra i denti, lottando contro le inefficienze di una Regione che ti costringe a elemosinare, con mille tentativi a vuoto, quello che invece ti potrebbe dare senza sottoporti a tanti patemi.
È di 1.500 euro, infatti, l’aiuto una tantum che con la seconda edizione del bando Riapri Calabria, la Regione ha sventolato davanti agli occhi di migliaia di piccoli imprenditori e professionisti rimasti esclusi dal primo avviso pubblico, quello di maggio. In tempi di vacche magre emaciate dal Covid, anche 1.500 euro possono fare la differenza tra la disperazione nera e uno sconforto stemperato nell’aiutino. E dunque ben vengano questi soldi (in totale 65 milioni di euro, di cui 49 dall’Europa e 16 dallo Stato, nemmeno un euro invece dalla Regione), a patto che la cosa non sia esaltata come la soluzione di ogni problema.
Ma la retorica salvifica di chi si ritrova oggi alla guida della Calabria non conosce pudore ed è pronta a enfatizzare come la migliore delle soluzioni possibili anche quella che è poco più di un’elemosina per chi deve mandare avanti un’attività imprenditoriale. Così, oggi, in conferenza stampa per illustrare il nuovo bando, nello stesso giorno di un disastroso click day che ha fatto impazzire migliaia di beneficiari, il presidente facente funzioni Nino Spirlì e l’assessore alle Attività produttive, Fausto Orsomarso, hanno suonato la grancassa del “quanto siamo bravi”.
«Non abbandoneremo nessuno, i fondi aiuteranno le imprese del territorio», ha assicurato Spirlì, elogiato a sua volta da Orsomarso che ha voluto sottolineare di essere in conferenza stampa per «rivendicare il diritto di una Calabria che funziona e per trasferire una migliore informazione ai cittadini». «Siamo orfani di una grande guida - ha aggiunto -. Spirlì è riuscito a supplire le mancanze del Governo con le sue ordinanze. Lo ringrazio perché lavora senza sosta per questa terra».
I problemi riscontrati durante il click-day? Colpa degli hacker, secondo Orsomarso: «Nonostante un attacco alla nostra piattaforma, avvenuto stamattina, non sarà seguito l’ordine cronologico. Si tratta di una platea potenziale di 43mila domande».
Peccato che poi, lasciata la postazione da conferenza stampa, ai nostri microfoni dia altri numeri e dichiari che le domande pervenute sono 27.460. Se una platea potenziale così ampia c’era, a quanto pare l’hanno completamente mancata. Il totale, inoltre, subirà un’ulteriore scrematura in fase di valutazione finale delle istanze, che Fincalabra dovrà effettuare entro il 3 dicembre prossimo. Supponendo che alla fine, dunque, le domande ammesse siano 27mila, dei 65 milioni di euro di fondi comunitari e statali a disposizione se ne spenderebbero soltanto 40. A spanne, avanzerebbero 25 milioni di euro che la Regione non è riuscita a distribuire. Praticamente un flop, con buona pace della retorica salva mondo della Cittadella.
Ecco perché ha il sapore di una beffa il click day di oggi, che ha visto migliaia di imprenditori e professionisti perdere un’intera mattinata nel vano tentativo di inviare la domanda istruita nei giorni scorsi e mettere la propria bandierina su quei 1.500 euro prima che i fondi si esaurissero. Frustrazione inutile, visto che a sentire l’assessore alle Attività produttive la cronologia di presentazione delle domande verrà ignorata. Come, non si sa. Visto che stiamo parlando di un avviso pubblico che non può essere cambiato in corsa e che recita testualmente:«Gli aiuti saranno concessi alle imprese richiedenti in base all’ordine cronologico di ricevimento delle domande». L’esperienza insegna che è meglio non fidarsi, perché passata la festa gabbato lu santo.
«Il click day, quando non necessario, è un esempio di terrorismo psicologico che fanno nei confronti delle imprese e dei professionisti che le supportano - afferma Carlo Malfarà Sacchini, commercialista e consulente del lavoro -. La Regione sapeva quante domande erano pervenute, non c’era alcun bisogno di sottoporci a questo stillicidio se i fondi ci sono per tutti, come oggi dicono. Ecco perché i dati di raccolta delle domande dovrebbero essere resi disponibili sul portale di Calabria Europa, in questo modo ci sarebbe più trasparenza e maggiore capacità di affrontare serenamente questi passaggi».