Pronti, partenza… stop! Il click day in salsa calabrese per accedere agli aiuti previsti dalla seconda edizione della misura Riapri Calabria, si sta rivelando l’ennesima beffa ai danni di migliaia di imprese che questa mattina, soprattutto attraverso i propri commercialisti e consulenti del lavoro, erano pronte a cliccare “invia la domanda” sul portale web Calabria Europa, il sito della Regione dedicato a queste procedure.
Alle ore 10, dunque, è partita la corsa per accaparrarsi il contributo una tantum di 1.500 euro, su un plafond complessivo di 65 milioni di euro.

 

Fondamentale, in questi casi, è la velocità, visto che i contributi vengono erogati fino ad esaurimento delle risorse disponibili. Invece, la piattaforma è andata in crash. In altre parole, le imprese rimbalzano su frustranti avvisi automatici che comunicano l’impossibilità di raggiungere il sito già in fase di login. Accesso negato. Che in questo caso può significare perdere l’occasione di incassare un piccolo aiuto economico prezioso come l’ossigeno per le tantissime aziende stritolate dalla crisi economica innescata dalla pandemia.

 

Malcontento che non rappresenta una novità, visto che il primo bando di Riapri Calabria (in quel caso il contributo una tantum era di 2mila euro) fu caratterizzato da paletti troppo stringenti che tennero fuori moltissime aziende dalla possibilità di chiedere il contributo. Tanto che allora non si registrarono difficoltà di accesso alla piattaforma della Regione, ma alla fine i fondi a disposizione non andarono esauriti proprio per la ristretta platea di beneficiari: su circa 20mila potenziali fruitori, alla fine se ne contarono solo 18mila effettivi. Proprio con l’intenzione di tirare dentro chi era rimasto fuori, è stato allestito il nuovo bando, che esclude chi ha già incassato il contributo la prima volta.


Col dito inutilmente pronto a cliccare “invio” ci sono due tipologie di beneficiari: le microimprese, operanti sul territorio regionale, con un fatturato compreso tra 3mila e 300mila euro nel corso del 2019, e i professionisti, con un fatturato pari o inferiore a 60mila euro nello stesso periodo. Insomma, proprio quegli imprenditori che hanno maggiore bisogno di sostegno economico.

 

Ma il click day si sta rivelando un terno a lotto. Una sorta di ruota della fortuna che, però, non si riesce neppure a far girare. Il timore maggiore ora è che le difficoltà di accesso al portale per concludere l’iter di presentazione della domanda siano determinate da una massiccia partecipazione al bando, e quindi potrebbero essere in molti a restare con un pugno di mosche in mano. Magari alla fine tutto andrà per il meglio e nessuno resterà a bocca asciutta perché i fondi a disposizione basteranno per tutti, ma se così fosse non si comprende per quale motivo occorra sottoporre il mondo delle microimprese, già messe in ginocchio dalla crisi, a questo ennesimo stress da questuanti 2.0.