Nessun bambino sarà escluso dalla mensa, questo è l’impegno preso a margine della riunione tra la ditta che ha in concessione il servizio di refezione nelle scuole a Rende, la Siarc e il Municipio. Il sindaco Marcello Manna, l’assessore alle politiche sociali Annamaria Artese hanno incontrato la società, che nei giorni scorsi aveva sospeso il servizio a causa di reiterate morosità.


«Occorre far chiarezza – sottolinea il sindaco - evitando strumentalizzazioni, soprattutto quando le vicende riguardano i bambini. Per questo motivo il Municipio, pur non gestendo il servizio- il contratto infatti prevede che la ditta si occupi sia della refezione che della relativa riscossione delle quote, si è impegnato attraverso l’ufficio Pubblica Istruzione ad affiancare la società per la risoluzione di una vicenda che si protrae da un anno. In questi mesi infatti, la ditta più volte ha sollecitato il pagamento dei ticket, arrivando a maturare un credito di oltre 15 mila Euro per quote non versate per l’anno scolastico 2017/2018. Dai dati forniti al Municipio dalla ditta, si evince che i nuclei più morosi siano quelli di fascia F, ovvero quelle famiglie che sulla scorta dell’Isee non godono delle agevolazioni e pagano il servizio mensa per intero.


«Su questo aspetto in particolare sottolinea l’assessore alle Politiche Sociali Annamaria Artese - c’è stata una grossa strumentalizzazione- il Comune compartecipa alle spese per le fasce più deboli garantendo alle famiglie che più ne hanno bisogno, la copertura finanziaria del servizio di refezione. Dei 59 morosi però, ben 38, quindi oltre la metà, risultano tra le categorie di fascia alta. Pur non rientrando tra le competenze del Comune, per scongiurare la sospensione del servizio, il Municipio si è impegnato a farsi da garante, la ditta inoltre ha proposto delle rateizzazioni del pagamento. Purtroppo ad anno scolastico iniziato, oltre la metà dei morosi, non ha neanche avviato l’iter per il rientro dal debito, né ha comunicato una eventuale variazione del reddito, la società si è vista costretta, quindi, a sospendere il servizio. Il Comune, così come scritto nel regolamento, non ha alcun potere in merito e non può obbligare la società a garantire il servizio in caso di morosità, nonostante qualcuno abbia sostenuto il contrario in maniera strumentale. Siamo riusciti comunque a creare un dialogo costruttivo, nel rispetto dei bambini, affinché non siano loro a dover subire le ripercussioni legate alla vicenda. Continueremo a vigilare – sottolinea ancora l’Artese- i minori devono essere tutelati, ma nel rispetto dei fruitori così come dei lavoratori impegnati nel servizio di refezione, è giusto che chi può contribuisca al pagamento delle quote».

 

LEGGI ANCHE: