VIDEO | Il braccio di ferro in atto nella società rallenta le attività del complesso, impedisce il saldo delle spettanze ai lavoratori e frena il rilancio della struttura. Ecco le vicende che hanno scandito il primo anno di apertura
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Il destino degli operatori del Parco Acquatico di Rende, e del pagamento delle loro spettanze arretrate, è legato all'esito di una complessa trattativa societaria. Un braccio di ferro dagli sviluppi incerti che da settimane si sta consumando sulla pelle dei lavoratori.
Il Pacco Acquatico è servito
La vicenda è deflagrata poco prima delle festività natalizie, quando i dipendenti della società di gestione dell'impianto, la Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 srl, e della omonima Associazione Sportiva Dilettantistica, si sono costituiti in un comitato, dal nome beffardo: Pacco Acquatico, informando gli organi di informazione, dei crediti maturati per le prestazioni svolte.
La notizia ha suscitato un certo clamore: durante la stagione estiva la struttura, inaugurata nell'imminenza delle elezioni comunali dopo un lungo travaglio, ha registrato presenze cospicue con incassi stimati nell'ordine dei cinquemila euro giornalieri, con punte di settemila euro.
Chi gestisce la struttura
La Parco Acquatico srl è partecipata da tre diverse società: la Tst Group Srls, la Appalto Semplice srl e il Conedil Federimpresa. La Tst è il socio maggioritario: amministrata da Vincenzo Spanarelli detiene il 60% delle quote della Parco Acquatico.
Ha un capitale sociale di seimila euro. La Appalto Semplice, amministrata da Francesco Nasso, ha il 39% mentre alla Conedil è intestato l'1%.
Il ruolo di Conedil
La sigla Conedil esprime la società cooperativa Consorzio Edili Federimpresa, diretta emanazione di Confartigianato Imprese Cosenza.
Alla vigilia del taglio del nastro, con un comunicato trionfale, proprio la Confartigianato rivendicava il merito di aver contribuito all'apertura dell'impianto «da annoverarsi tra le più imponenti del centro-sud - si leggeva tra l'altro nella nota - in grado di restituire ai cittadini un concetto concreto di città ecosostenibile e al passo con le necessità di tutela dell’ambiente e dell’ecosistema».
Ed in effetti il Consorzio, il 14 febbraio 2019, offrendo il pagamento di un canone annuo di 12 mila euro, ha ottenuto dal Comune di Rende, l'affidamento in concessione del Parco.
Il trasferimento della concessione
Successivamente la Conedil ha trasferito la concessione alla costituenda società Parco Acquatico Santa Chiara 4.0, divenuto soggetto gestore della struttura. Poi, nel giugno del 2019, viene costituita, per la gestione degli impianti sportivi, l’Associazione Sportiva Dilettantistica Parco Acquatico 4.0, in capo alla quale sarà assunto anche parte del personale operante nel complesso.
Il tentativo di revoca
Durante il periodo di piena attività estiva del Parco, non sarebbero mancate le frizioni tra i due gruppi societari titolari della PASC 4.0, soprattutto sulle modalità di gestione e di impiego delle risorse economiche derivanti dagli incassi. Conflitti sfociati nel tentativo di Conedil, di riprendere il controllo della struttura.
Con una lettera indirizzata al Comune di Rende, il Consorzio procedeva alla revoca del trasferimento di concessione, chiedendo alla Parco Acquatico 4.0 di restituire le chiavi. Contestualmente sia Conedil, sia la Appalto Semplice, con una comunicazione pressoché identica, hanno trasmesso lettera formale di recesso dalla stessa Parco Acquatico 4.0, chiedendo la restituzione delle quote.
La doccia fredda
Si percepisce, da queste azioni, il tentativo di Conedil e di Appalto Semplice, di dare il benservito alla Tst, per dare poi luogo ad un altro soggetto gestore attraverso la costituzione di una nuova società. Ma il Conedil ha fatto male i calcoli, perché il nuovo Codice degli appalti, non consente di revocare il trasferimento di concessione, per cui l'interlocutore del Comune di Rende rimane a tutti gli effetti la Parco Acquatico Santa Chiara 4.0. La doccia fredda costringe Conedil ed Appalto Semplice ad una repentina marcia indietro: per non rimanere esclusi dalla gestione del Parco si sono visti costretti a revocare il recesso. E su questo punto è in corso una complicata trattativa.
Attività in stallo
Nel frattempo però, la struttura è quasi inattiva. Nuovi investimenti sono stati programmati per sfruttare appieno tutte le potenzialità del Parco, utilizzando le risorse di un prestito già deliberato alla Tst, l'unico tra i soggetti coinvolti, ad avere le carte in regola per accedere ad un finanziamento, con il quale si potrebbe anche procedere al saldo di tutte le spettanze.
La mediazione del Comune
L'assessore comunale al ramo Mario Rausa ha più volte sollecitato le parti in causa, a procedere tenendo ben presente il diritto dei lavoratori impiegati a percepire tutte le spettanze. Il ruolo di mediazione dell'ente pubblico, proprietario del complesso, potrebbe essere determinante per risolvere la controversia che rischia di far precipitare, ancora una volta, l'intero impianto nel degrado.