Regione, Orsomarso: «Che fine ha fatto il piano turistico sostenibile?»

Il consigliere regionale di opposizione punta il dito contro il presidente Oliverio parlando «dell’incapacità totale di attrarre turisti stranieri»

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7 novembre 2018
13:03
Fausto Orsomarso
Fausto Orsomarso

«Piano Regionale di Sviluppo Turistico Sostenibile: che fine ha fatto? L’ultimo approvato risale al triennio 2011/2013». È quanto sostiene in una nota il consigliere regionale Fausto Orsomarso. «E mentre Oliverio racconta di progressi in realtà inesistenti, di una destagionalizzazione che non c’è, di intercettazione di mercati internazionali, la verità è che viaggiamo a passo di lumaca in un settore che si muove alla velocità della luce. Prova ne sia il fatto che tra i risultati portati dalla Regione ci sono cartellonistica e restyling del sito web del turismo quasi fosse una delle operazioni più avanguardiste della storia. D’altronde prosegue Orsomarso - non c’è molto altro da aggiungere visto che arriva direttamente dagli operatori del settore la stima di un crollo delle presenze durante l’estate 2018».


Il consigliere regionale parla poi «dell’incapacità totale di attrarre turisti stranieri, una circostanza messa in evidenza da chiunque abbia rilevato i dati del turismo calabrese e non solo dagli operatori del settore. Sarebbe fondamentale, dopo aver raccolto tutti i dati possibili sulle caratteristiche del nostro turismo studiarli e programmare scientemente un’offerta a misura di turista, evitando di affidare al caso un settore così importante».
Punta quindi il dito contro il Governo regionale: «Dati alla mano, Oliverio si è chiesto cosa dobbiamo fare per assicurarci che chi c’è stato ritorni in Calabria? O come possiamo attirare chi non è venuto? Come possiamo utilizzare i fondi europei per creare bandi mirati a potenziare il settore turistico se l’offerta non viene studiata e programmata con cognizione di causa? Ecco perché non si sente la necessità di un Piano regionale di sviluppo turistico sostenibile. La Regione naviga a vista e si muove random in un settore strategico per il decollo della Calabria. Il prodotto Calabria non è nemmeno in fase embrionale, purtroppo, e il duro lavoro svolto pochi anni fa, nonostante rappresentasse un’eredità importante per la giunta Oliverio, non è il alcun modo proseguito. Possiamo dire che la Regione sia stata in grado di programmare e confezionare un’offerta turistica sostenibile e integrata in grado di spiccare tra le migliaia di offerte turistiche mondiali? È riuscito l’Assessore al Turismo, cioè Oliverio, a intercettare mercati nazionali ed esteri?


 

Per Orsomarso «la verità è che ancora non si è capito che la Calabria è terra di turismo e ha bisogno di una task force di professionisti in grado di lavorare 365 giorni all’anno in team con i territori per promuovere il brand Calabria e le singole macro aree regionali, in modo da creare un offerta seria e variegata. C’è bisogno di intercettare il turista in ogni parte del mondo, incuriosendolo e convincendolo a venire in Calabria. E una volta che il turista è qui, bisogna che trovi esattamente ciò che gli è stato promesso: accoglienza, professionalità, qualità, pacchetti turistici interessanti e innovativi che lo convincano a ritornare. Gli operatori del settore ce la mettono tutta, ma sono lasciati completamente soli. Il turismo è cultura, natura, gastronomia, agricoltura, sport, mare, montagna, è tutto, l’indotto economico che può garantire è incommensurabile».


Fausto Orsomarso si sofferma anche sulla partecipazione alle fiere del turismo secondo lui «giusta e doverosa, ma bisogna tornare con risultati concreti in tasca e programmare di conseguenza, altrimenti diventa una gita fuori porta». Il consigliere regionale di opposizione fu l’unico che in commissione Bilancio votò contro la rimodulazione di 300mila euro di risorse comunitarie deciso dalla giunta, in parte utilizzate per sponsorizzare un evento nell’ambito del Festival dei due mondi, che ha permesso al governatore di essere intervistato da Paolo Mieli insieme a Travaglio, Muccino, Freccero e la Carrà. «Purtroppo- conclude - sono 4 anni che il settore turistico calabrese non è governato, non c’è strategia, non c’è programmazione seria e questa situazione non è più procrastinabile, anzi è davvero allarmante».

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