Proteste nella città dello Stretto da parte dei lavoratori che chiedono stabilità e sicurezze. I Calabria i tirocinanti sono circa mille
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Tirocinanti della giustizia in piazza a Reggio Calabria chiedono un lavoro stabile e sicuro. Si sono ritrovata a piazza Italia, stamane, i tirocinanti della giustizia, nel nostro Paese sono 2mila, mille dei quali calabresi. A raccontare anni di lotte ci pensa Antonino Nasone, Segretario generale della Cse Filai, responsabile federale del compartimento giustizia della Flp Cse. «La mobilitazione di oggi è la prosecuzione di iniziative di piazza fatte negli anni passati, a livello nazionale e regionale. I tirocinanti della giustizia sono da anni in trincea, dal 2011 – riassume – da quando è iniziato ufficialmente il loro calvario, con una norma nazionale che ho fatto fare io per agganciarli rispetto ad un principio giuridico che poteva poi garantirgli una futura stabilizzazione».
Il calvario dei tirocinanti
Dunque «Hanno iniziato a lavorare negli uffici giudiziari in tutta Italia circa 4000 persone, con la legge di stabilità del 2011. Poi il bacino si è diviso perché quando è entrato in vigore l’ufficio per il processo hanno spaccato il bacino (il ministro di allora ha sbagliato) e quelli che sono rimasti fuori sul circuito nazionale ho cercato di salvaguardarli mettendo in piedi dei tirocini su scale regionale».
I tirocini sono stati costruiti in Lazio, Abruzzo, Basilicata, Campania e Calabria «Da noi, da due anni, i tirocinanti hanno avuto la fortuna di costituire una convenzione, con le nostre lotte con il ministero della giustizia che dava la possibilità di avere 2 anni di tirocinio, che non sono la meta ambita da nessuno, ma solo il tamponare una situazione per loro, proseguimento del lavoro negli uffici giudiziari che è risultato fondamentale per garantire alla giustizi calabrese e nazionale di poter dare delle risposte, perché la giustizia in Italia ed in Calabria ha mille problemi, cade a pezzi».
Lavoro sicuro
Sottolinea Nasone «Questa gente ha sopperito a tutte le vacanze di organico che ci sono che su scala nazionale. Ora però a queste persone che hanno lavorato seriamente nella giustizia bisogna dare delle risposte: stabilizzazione significa lavoro sicuro e definitivo. Risposte che arrivano con un progetto che abbiamo messo in cantiere che riguarda il superamento dei tirocini con un contratto a tempo determinato che consente diritti e garanzia, come quelli di ruolo, ma che sia la premessa, il ponte della stabilizzazione definitiva. Ci sono i numeri e le condizioni a livello nazionale e a livello regionale».
Secondo il sindacalista, con la Regione, il dialogo è aperto «Abbiamo una trattativa aperta con la precedente giunta Oliverio, non siamo all’anno zero. La giunta che arriverà deve sapere che deve partire da quelle trattative per dare risposte immediate con un contratto a tempo determinato». L’attività si muove anche sul fronte nazionale «C’è un doppio binario che vale a livello nazionale con la presentazione di alcuni emendamenti al Milleproroghe, ammessi, e sono una speranza. Ci auguriamo che i parlamentari diano delle risposte».
La protesta a Reggio
Ma la stessa manifestazione di oggi «non è solo a livello regionale ma anche lancia un messaggio a livello nazionale. Su 2000 persone 1000 sono calabresi, cioè il bacino più ampio, migliaia di famiglie che attendono risposte e vivono nelle fame, a loro va data dignità, libertà, rispetto ad una funzione fondamentale che hanno rivestito nella giustizia, lavoro serio e rischioso, soprattutto in Calabria e se questa gente ha meritato la fiducia da parte di magistrati e capi degli uffici giudiziari è perché ha mostrato di essere persone perbene. Meritano risposte serie.
Meritano un lavoro stabile e sicuro. Una battaglia su tutti i fronti, non è escluso quello giurisdizionale» conclude Nasone.
Gabriella Lax