Proclamato lo stato di agitazioni del personale Sacal in servizio all’aeroporto dello Stretto. Attraverso la Uil trasporti infatti, i dipendenti dello scalo reggino protestano contro i tagli dei voli attuati da Alitalia e contro il mancato arrivo di nuove compagnie dopo che il mese scorso Blupanorama ha lasciato il “Tito Minniti” nel silenzio della società di gestione e della politica locale. Scelte che proiettano, questa la loro preoccupazione, l’aeroporto dello Stretto verso la chiusura. «La chiusura dello scalo sarebbe un suicidio-tuona il segretario nazione Uil Trasporti Ivan Viglietti- non solo per il personale in servizio, ma per l’intero territorio. Bisogna investire, no tagliare e poi occorre che le istituzioni locali facciano sentire la propria voce non può essere delegato tutto al sindacato». Interv Viglietti

Più volte sigla sindacale ha chiesto la convocazione di un tavolo sia con Sacal che con le Istituzioni, ma dagli uffici della società di gestione nessuno risponde e a breve scadranno anche i contratti per alcuni dipendenti i quali temono di non rientrare più in servizio. «Siamo ai minimi storici- sottolinea Luciano Amodeo, segretario regionale, sia in termini di operativo che di passeggeri e ciò crea un grave disagio a tutto l’indotto e soprattutto ai cittadini ai quali viene continuamente leso il diritto alla mobilità».

A fronte della situazione generatasi, la Uil trasporti quindi apre un nuovo stato di agitazione dei lavoratori della Sacal in forza presso l’Aeroporto di Reggio Calabria, per la «mancanza di un piano lungimirante, da parte della stessa società», che possa rilanciare l’infrastruttura reggina con mediante l’arrivo di nuovi collegamenti, necessari per ridare respiro ai lavoratori in continuo stato di disagio dettato dalla persistenza dei contratti a tempo determinato, nonché di quelli part- time e di tutte le questioni messe più volte in evidenza e di non facile risoluzione «a fronte delle ostilità dettate dallo stato di fatto».