Sit- in di protesta dell’associazione nazionale costruttori edili. La delegazione calabrese, nell’ambito dell’iniziativa “blocca il degrado”, ha scelto come luogo simbolo il cantiere del palazzo di giustizia di Reggio Calabria. Un cantiere che stenta a decollare e che ha visto passare oltre dieci anni dalla posa della prima pietra. Al momento c’è un contenzioso, approdato in tribunale tra il comune reggino e la ditta appaltatrice, e l’opera rischia di divenire l’ennesima incompiuta. «Si tratta di una grande mobilitazione civile- ha dichiarato il presidente reggino di Ance, Francesco Siclari, che punta a coinvolgere direttamente i cittadini i quali, anche attraverso comitati civici e associazioni, potranno segnalare e condividere facilmente, in prima persona, le situazioni di disagio e di difficoltà che vivono ogni giorno».


Ance Calabria chiede quindi l’intervento delle Istituzioni affinché si possa sbloccare l’iter burocratico per il palazzo di giustizia. Per l’associazione occorre infatti, salvaguardare i posti di lavoro  ed evitare che i finanziamenti non vengano sperperati. «È il momento di dire basta all’incuria e all’abbandono in cui versano città, infrastrutture e scuole- ha dichiarato Francesco Berna, presidente regionale Anci, ma anche edifici e spazi verdi del Paese. È il momento di reagire a una burocrazia asfissiante che blocca tutto e peggiora le condizioni di vita di ognuno di noi. Abbiamo scelto di partire da questo luogo- ha concluso- poiché doveva essere un luogo simbolo della legalità è invece è diventato il simbolo del degrado e delle inefficienze».