VIDEO | Ritardi di comunicazione tra Inps e Comune fanno sì che ci sia il rischio concreto che una stessa famiglia stia percependo un duplice contributo per la medesima finalità
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Nella città di Cosenza vi sono circa 180 nuclei familiari, percettori di un contributo per il pagamento dell'affitto di un alloggio, nell'ambito delle risorse destinate da Palazzo dei Bruzi alla emergenza abitativa. Nel complesso il Comune ha stanziato per questa specifica voce di bilancio, circa 700mila euro annui, somma destinata con ogni probabilità ad essere ridimensionata per effetto del dissesto finanziario delle casse municipali e della conseguente rimodulazione della spesa.
La sovrapposizione delle misure di sostegno
Quello che nessuno si è domandato, però, e se gli assegnatari di questo contributo percepiscano anche il reddito di cittadinanza. Com'è noto, la misura di sostegno si compone di due sussidi, uno dei quali è concesso per pagare la rata del mutuo acceso per acquistare la casa di proprietà, oppure per corrispondere un canone di affitto. C'è quindi il rischio concreto che una stessa famiglia già da qualche mese, stia percependo un duplice contributo, dal Comune e dall'Inps, per la medesima finalità. Per evitare questo tipo di sovrapposizioni, che potrebbero riguardare anche sovvenzioni di altra natura, già nel 2015 era entrato in vigore il decreto interministeriale 206/2014 contenente le modalità attuative del Casellario dell'assistenza, una banca dati per la raccolta delle informazioni relative alle prestazioni sociali erogate da tutti gli enti centrali dello Stato, gli enti locali, gli organismi gestori di forme di previdenza e assistenza obbligatorie. Tale banca dati, pensata per consentire un corretto calcolo del Rei, il Reddito di inclusione, è adesso confluita nel Siuss - il Sistema informativo unitario dei Servizi sociali, istituito dal Decreto legislativo 147 del 15 settembre 2017.
Nessun dialogo tra Comune ed Inps
I comuni dovrebbero trasmettere telematicamente all'Inps le informazioni relative a contributi assistenziali erogati ai propri cittadini. Il condizionale è d'obbligo perché Cosenza, ed anche tantissimi altri comuni della Calabria, sono in notevole ritardo. Secondo quanto si è appreso, Palazzo dei Bruzi soltanto dal mese di settembre ha attivato le procedure, richiedendo contestualmente ai beneficiari del contributo per l'affitto, un'autocertificazione in cui si deve dichiarare di non essere percettori del reddito di cittadinanza. Il problema non riguarda invece, almeno per adesso, il contributo fitto casa erogato, sempre attraverso i comuni, dalla Regione Calabria attingendo al Fondo nazionale istituito dalla Legge 431/98. Le somme infatti, non saranno liquidate prima del 2020.