Una petizione in cui si chiede ai vertici Ue di imporre una modifica al Pnrr presentato dal governo italiano e porre l'attenzione sulla discrepanza nella distribuzione dei fondi. È quella presentata dall’Osservatorio sul Piano di Rilancio e Mezzogiorno, della Rete dei 500 sindaci del Recovery Sud e del Movimento 24 Agosto – Equità territoriale  alla Commissione europea. A spiegare nel dettaglio il contenuto l’eurodeputato Piernicola Pedicini.

«La petizione - ha affermato l'europarlamentare - è stata approvata nella procedura di urgenza e calendarizzata la discussione il prossimo 14 luglio. Quindi la Commissione europea verrà messa al corrente e potrà proporre dei correttivi al Piano italiano modificandolo e integrandolo nella direzione che noi stiamo proponendo».

«L'Italia può salvarsi solo con una ripresa del Sud»

«Abbiamo presentato una petizione per far conoscere all'Europa la discrepanza tra ciò che l'Europa chiede agli Stati membri e ciò che invece l'Italia sta facendo. Non esiste un'erogazione delle risorse così come è stato annunciata, l'Italia subito non riceverà nulla. Riceverà il denaro che gli spetta se verranno rispettati determinati requisiti e se verranno ottenuti dei risultati a medio termine e finali.

Quindi - continua Pedicini - l'erogazione delle risorse è subordinata a questi risultati e la vigilanza è fondamentale affinchè questi risultati siano ottenuti nella direzione necessaria all'Italia a recuperare i ritardi nel Meridione.

Dei 209 miliardi, se applichiamo i criteri adottati dagli Stati membri, il 70% dovrebbe essere destinato al Sud. Tuttavia il Governo italiano, in sede di presentazione del Pnrr, ha stabilito che alle regioni meridionali verrà allocato il solo 40% delle risorse, per un totale di 82 miliardi di euro. Non c'è un obbligo di rispettare le percentuali ma c'è l'obbligo di rispettare gli obiettivi: combattere la disiguaglianza di genere, generazionale e soprattutto territoriale. Al Sud si concentrano tutte e tre queste disuguaglianze in particolare. Quindi in termini di vigilanza e di obiettivi da raggiungere bisogna ottenere al più presto risultati misurabili per occupazione giovanile, femminile e aumento dell'occupazione in generale soprattutto al Sud. Se l’Italia non è in grado di recuperare il divario esistente rispetto alle economie europee più avanzate, in termini di Pil, disoccupazione e infrastrutture – conclude Pedicini – le risorse decadono. L'Italia si può salvare solo se il Sud ha un slancio di ripresa». 

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