Dovrebbe entrare ufficialmente in vigore domenica 16 febbraio, salvo rinvii, la polizza Rc auto familiare, introdotta con il decreto fiscale collegato alla manovra e posticipata a metà di questo mese dal decreto Milleproroghe. Il nuovo sistema prevede che si possa beneficiare della classe di merito più vantaggiosa di uno dei componenti dello stesso nucleo familiare, anche in caso di rinnovo (quindi non solo per la prima stipula) e per tutti i veicoli, anche non della stessa tipologia (quindi anche nel passaggio auto-moto). Il risarmio stimato è di circa 1000 euro annui a famiglia. 

 

Come funziona la nuova rc auto

È una misura che consentirà grossi risparmi con un’ulteriore evoluzione rispetto alla legge Bersani del 2007. Eppure sono ben circa cinque milioni e mezzo gli italiani che dichiarano di non aver capito in cosa consista la riforma Rc auto familiare secondo un’indagine dell’istituto mUp Research commissionata da Facile.it.

 

L’rc auto familiare si applica potenzialmente a tutti i nuclei familiari. In prima battuta, a quelli che già possiedono due veicoli di categorie diverse (ad esempio: un’auto e una moto o scooter), che secondo l’indagine mUp Research sono circa tre milioni. Ma potrà ottenerla chiunque acquisterà un veicolo, di qualsiasi categoria, dal 16 febbraio 2020 in poi.

L’altra condizione per poter usufruire dell’rc auto familiare è quella di non aver causato un sinistro con colpa nei precedenti cinque anni.

 

In molte famiglie c'è un solo veicolo

Secondo l’indagine dell’istituto mUp Research commissionata da Facile.it, quasi la metà di chi ha risposto al sondaggio - il 46,9%, pari a circa otto milioni di famiglie - ha affermato che non potrà aderire al nuovo sistema. Soprattutto perché in famiglia c’è un solo veicolo (30,6%, pari a 5,2 milioni, ma al Sud si sale 38,3%).

Il 5,6% delle famiglie intervistate (al centro si arriva al 6,3%) sta valutando l’acquisto di un nuovo veicolo - a due o quattro ruote - proprio in virtù dei risparmi che la nuova legge renderà possibili, indicatore che potrebbe far ben sperare le aziende del settore automotive.

Mentre per circa 2,8 milioni di famiglie (16,3% dei rispondenti) il problema non si pone nemmeno perché tutti i membri si trovano già in prima classe di merito.