ROMA - Un paese spaccato in due, diviso e disuguale, dove il sud scivola sempre più giù e la Calabria è sempre più povera. E’ l’Italia fotografata da Svimez, l’istituto per lo sviluppo del Mezzogiorno.

 

Pil a due velocità. L'Italia continua camminare a rilento e a due velocità: nel 2014 il Pil italiano dovrebbe crescere dello 0,6%, quale risultato del +1,1% del Centro-Nord e del -0,8% del Sud. A livello regionale nel 2014 segno negativo solo nelle regioni del Mezzogiorno. Più in particolare nel 2014 la forbice oscilla tra la crescita della Lombardia (+1,7%) e il calo della Calabria (-1%).  A trainare la ripresa nel 2015 ancora la Lombardia. Fra le regioni del Mezzogiorno nel 2015 segni quasi tutti negativi con la Calabria attestata ad un -0,5%.

 

Dramma occupazione. L'Italia si conferma spaccata in due anche in tema di occupazione con le regioni meridionali funestate sia nel 2014 che nel 2015 da segni negativi. In particolare nel 2014 le perdite dell'occupazione sono comprese tra -0,8% in Abruzzo e -1,3% in Calabria e Sicilia; nel 2015 tra -0,4% sempre dell'Abruzzo e il -0,8% della Calabria. Il Sud, insomma, resta nella morsa della crisi: per la prima volta il numero di occupati ha sfondato al ribasso la soglia psicologica dei 6 milioni, il livello più basso dal 1977. La nuova flessione riporta il numero degli occupati del Sud per la prima volta nella storia a 5,8 milioni, sotto la soglia psicologica dei 6 milioni: si tratta del livello più basso almeno dal 1977, anno da cui sono disponibili le serie storiche basi di dati.

 

Calabria Cenerentola. Nel 2013 il divario di Pil pro capite e' tornato ai livelli di dieci anni fa. Le regioni più ricche sono al Nord: ai primi posti la Valle d'Aosta, con 34.442 euro, seguita dal Trentino Alto Adige (34.170), dalla Lombardia (33.055), l'Emilia Romagna (31.239 euro) e Lazio (29.379 euro). Nel Mezzogiorno la regione con il Pil pro capite più elevato resta l'Abruzzo (21.845 euro). Seguono il Molise (19.374), la Sardegna (18.620), la Basilicata (17.006 euro), la Puglia (16.512), la Campania (16.291), la Sicilia (16.152). La regione più povera è la Calabria, con 15.989 euro. Il peggior andamento del Pil meridionale nel 2013 è dovuto soprattutto ad una più sfavorevole dinamica della domanda interna, sia per i consumi che per gli investimenti.

 

Aumentano i poveri. Il Sud è sempre più povero: in Italia oltre due milioni di famiglie si trovavano nel 2013 al di sotto della soglia di povertà assoluta, equamente divise tra Centro-Nord e Sud (1 milione e 14mila famiglie per ripartizione), con un aumento di 1 milione 150mila famiglie rispetto al 2007. Economia, dunque, al palo al Sud, dove i consumi sono calati quasi del 13% dall'inizio della crisi.