VIDEO | Sono una cinquantina e vivono sotto un cavalcavia situato accanto la stazione ferroviaria in attesa dei documenti. La Regione aveva stanziato circa 3 milioni di euro per un progetto di accoglienza realizzato dal Comune e dalle associazioni del terzo settore che si è concluso, al momento, con un nulla di fatto
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È una storia che va avanti da alcuni anni: sotto il cavalcavia nord della città di Crotone, nelle vicinanze della stazione ferroviaria, è sorta una piccola tendopoli. A viverci sono una cinquantina di migranti, i cosiddetti “dublinanti”: si tratta di persone che hanno ottenuto l'asilo politico, ma per effetto del regolamento di Dublino (ovvero la “Convenzione sulla determinazione dello stato competente per l'esame di una domanda di asilo presentata in uno degli stati membri delle Comunità Europee”), devono far ritorno nella città del loro primo ingresso europeo per rinnovare i documenti. A volte è lunga attesa, e lo si riscontra con le file che si creano davanti la questura pitagorica; per la notte, invece, si dirigono verso la stazione, e proprio li accanto c'è questo cavalcavia.
Le condizioni in cui vivono non sono ottimali: a quanto percepito, alloggiano in alcune baracche costruite alla meno peggio, intorno a cumuli di immondizia, e le condizioni igienico-sanitarie non sono proprio il massimo. Tra l'altro, questa situazione fu messa anche all'attenzione di Matteo Salvini durante una visita nel luglio 2015, quando era europarlamentare e segretario federale della Lega Nord.
Per ovviare a questa situazione, lo scorso anno la Regione Calabria, all'interno dei fondi FESR 2007/2013, aveva stanziato un finanziamento di circa 3 milioni di euro – tramite il delegato per la tutela dei diritti umani Franco Corbelli, e il delegato per l'immigrazione Giovanni Manoccio – destinati al Comune di Crotone per un progetto che prevedeva la ristrutturazione di un bene confiscato e di una struttura dell'ente regionale in concessione alle Ferrovie della Calabria, ubicato difronte la stazione ferroviaria.
Il tutto, dunque, sembrava andare verso una risoluzione: però poi ci si è persi strada facendo. Lo scorso 28 settembre, l'ente comunale pitagorico ha mandato una comunicazione alla Regione, riconfermando la volontà da parte dell'amministrazione nel voler realizzare questo progetto finalizzato all'assistenza e all'accoglienza dei migranti, con la collaborazione delle associazioni del terzo settore, e al tempo stesso confermando la redazione del progetto esecutivo per la ristrutturazione e l'adeguamento degli immobili individuati. Per quanto riguarda la tempistica, al momento non si possono prevedere tempi certi per arrivare alla parola fine.