VIDEO | Arrivano da tutta la Calabria per la protesta promossa dall'Usb. Il corteo si è spostato sulla strada che collega Lamezia all'autostrada
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È durata poco la manifestazione di piazza organizzata dall’Unione sindacale di base a Lamezia Terme. Poco dopo l’orario fissato per l’inizio della manifestazione di protesta in circa due cento, arrivati da ogni parte della regione, hanno raggiunto la bretella che conduce allo svincolo autostradale di Lamezia, inibendo l’accesso all’A2, ma creando anche difficoltà per l’ingresso in stazione e in aeroporto.
Una mossa importante e azzardata dettata dalla disperazione, da un precariato senza fine, da quello che definiscono un caporalato di Stato che ha portato molti di loro ad essere alla soglia dei sessanta anni ancora tirocinanti. Lavorano nella sanità, nella giustizia, nei comuni, nel Mibact, in Regione, reggono un sistema ma non trovano un inquadramento definito. Oggi la maxi protesta con la richiesta di un tavolo con il governo prima possibile. Ma l’Usb chiede anche altro, come la re-internalizzazione di tutti i lavoratori e dei servizi oggi dati in appalto dalle pubbliche amministrazioni.
C’è carenza di organico negli uffici pubblici calabresi, spiegano, ma non si procede alle assunzioni. «Abbiamo un bacino di settemila tirocinanti – ha detto Antonio Jiritano dell’Usb Calabria – i dati ci dicono che per ogni mille abitanti le pubbliche amministrazioni devono avere sette dipendenti, la Calabria ne ha due. Bisogna stabilizzare questi lavoratori». «Di noi si sono lavati le mani – dice una tirocinante della giustizia – siamo a casa da dieci mesi, il consiglio regionale ha detto che siamo competenza del ministero. La Regione ci ha abbandonati e il governo ci ha presi in giro». «La Regione dice che vuole chiudere con il precariato storico, anche questo è precariato», ha fatto notare Ferdinando Gentile dell’Usb Cosenza.