Protestano i precari calabresi e bloccano la circolazione regionale. Sono scesi in piazza, da questa mattina, i precari calabresi di Cisl e della Uil e annunciano di continuare la mobilitazione in attesa di risposte dal governo centrale di Matteo Renzi. Da subito si sono registrati problemi alla circolazione. Lo svincolo autostradale di Cosenza nord è chiuso ma, i disagi si registrano anche in altri punti nevralgici della Regione dalla stazione ferroviaria di Lamezia Terme agli imbachi di Villa San Giovanni


“I lavoratori calabresi in mobilità e percettori di ammortizzatori sociali scenderanno ancora una volta in piazza, annuncia Santo Biondo, segretario regionale della Uil. Lo faranno per ribadire ancora una volta le loro necessità, per dare un segnale forte alle istituzioni calabresi ed alla politica romana e richiamare ognuno ai propri compiti istituzionali. In questa giornata di lotta saranno accompagnati dall’azione convinta della Uil calabrese”. Domai mattina, infatti è prevista un'altra mobilitazione , ancora una volta, porterà per le strade della Calabria migliaia di lavoratori.


«Al netto dei proclami – sostiene il segretario della Uil calabrese – il divario fra il Nord ed il Sud del Paese, anche alla luce della legge di stabilità in discussione in Parlamento, è destinata a crescere. Anche per questo siamo convinti che sia giunto il momento di aprire un confronto sui problemi del precariato calabrese a Roma davanti ai rappresentanti del Governo».


«La mancata visita di Renzi in Calabria - conclude Santo Biondo - fatta slittare a dopo le elezioni regionali, ci preoccupa e allo stesso tempo ci fa capire che, almeno per il momento, nel cilindro del Premier non ci sono strumenti in grado di far cambiare registro ad una terra che non vuole più essere sedotta ed abbandonata».


Anche per Paolo Tramonti, segretario regionale della Cisl, è necessario che al più presto il Governo nazionale si faccia carico delle problematiche dei lavoratori precari calabresi.
«Sul fronte degli Lsu-Lpu - dice Tramonti - l’iter normativo per le contrattualizzazioni, avviato con la Legge di Stabilità 2013, non si è ancora concluso con il rischio concreto di perdere le risorse assegnate. Di fronte a tale scenario non si può più aspettare per prendere immediati provvedimenti. Per questi motivi il Governo nazionale deve farsi carico, una volta per tutte, delle vicende sociali della nostra regione e ridare certezze e speranza alle migliaia di lavoratori calabresi interessati e alle loro famiglie. In questo senso è importante che la cabina di regia assuma al più presto tali istanze provvedendo al contempo ad attivare interventi strutturali finalizzati al rilancio della nostra regione».


Un'altra manifestazione di protesta è stata indetta dalla Cgil per il 7 novembre prossimo, data in cui il premier Matteo Renzi sarebbe dovuto essere in Calabria anche se la visita è stata annullata