Previsti incentivi monetari per i lavoratori del porto di Gioia Tauro che volontariamente accetteranno di licenziarsi. È questa la novità saliente contenuta nell’accordo sui 380 esuberi siglato a Reggio Calabria lunedì scorso. L’azienda Mct, pur di alleggerire il proprio organico ed evitare futuri ricorsi contro una procedura che ha spaccato il fronte sindacale, è disposta a offrire 7 mila euro a ogni dipendente che vuole perdere il lavoro. L’intesa, arrivata dopo 11 ore di trattative nella sede reggina dell’assessorato regionale al Lavoro, è stata firmata da Cgil, Cisl e Ugl, ma non da Uil e Sul.

 

I lavoratori interessati al premio economico in cambio del licenziamento hanno tempo per pensarci fino a domenica notte. Nei documenti firmati fra mille polemiche, infatti, si spiega anche la modalità attraverso cui i portuali devono comunicare di voler accettare il proprio dolce taglio: basta che trasmettano una mail alla società entro il 25 giugno.

 

Solo dopo questa data partiranno per tutti le lettere di licenziamento di quello che appare come un esodo lavorativo di massa. L’uscita dopo 22 anni dai ranghi dell’azienda non ha come premio solo l’incentivo economico, ma anche l’assunzione per 36 mesi nell’agenzia pubblica che il governo intende formare per i porti di Gioia Tauro e Taranto.

 

Nei verbali sottoscritti, però, lo scivolamento verso questo nuovo soggetto viene identificato nè più nè meno come un licenziamento. Da qui la preoccupazione della Mct di essere inondata di futuri ricorsi al giudice del lavoro, contro un ammortizzatore sociale che appare alquanto anomalo.