Finisce, dopo 17 mesi, la cassa integrazione dei 38 lavoratori di Automar nel porto di Gioia Tauro. È l’esito, principale e positivo, della riunione di raffreddamento della vertenza – chiesta da Cgil, Cisl, Ugl e Sul – a cui hanno partecipato il presidente dell’Autorità portuale e di sistema, Andrea Agostinelli, e il direttore commerciali del gruppo Grimaldi, Costantino Baldissare. «Abbiamo garantito tutto ciò – ha detto il manager – vista la garanzia che abbiamo di poter rilanciare da settembre le nostre attività».

I sindacalisti, ottenuta questa buona notizia, hanno chiesto anche la certezza di nuovi investimenti. «Noi vogliamo – ha detto Daniele Caratozzolo del Sul – che il terminal non serva solo per il trasbordo di auto, ma anche per fare quelle lavorazioni che un tempo si facevano, e quindi è necessario garantire anche investimenti».

Nino Sigilli, per conto della Cisl, ha sottolineato l’importanza di aver ottenuto «questo incontro nella sede dell’Autorità, che dimostra l’intenzione anche della istituzione di fornire garanzie». Baldissare, però, di più non ha detto rispetto al futuro, non ha cioè scoperto le carte neanche quando gli è stato chiesto se il terminal – inserito in una rete che il colosso Grimaldi gestisce assieme a Salerno e Civitavecchia – continuerà ad avere come unico cliente lo stabilimento Fiat di Melfi per fornire il mercato americano. Ha invece fornito garanzia rispetto all’incognita dei contratti: «I lavoratori rimarranno inquadrati come portuali», ha detto.

Francesco Cozzucoli, segretario dell’Ugl, si è detto preoccupato per il fatto che «Grimaldi sembra avere la volontà i considerare lo scalo di Gioia Tauro alla stregua degli altri punti gestiti». I sindacati vorrebbero cioè che si tornasse al passato, quando il terminal gioiese era effettivamente “porta d’Europa” – con il transito di auto prevenienti anche dal mercato asiatico e alcune lavorazioni sulla componentistica – e in questo senso il presidente Agostinelli ha garantito che ci sono tutte le condizioni di credibilità del nuovo gestore. «Abbiamo registrato una differente impostazione tra la gestione vecchia e quella nuova – ha concluso – e questo è un fatto importante perché ci consente anche di avere armonia tra i due terminalisti, Msc e Grimaldi, viatico eccezionale per una coesistenza che consente al porto di sviluppare pienamente anche il trasporto intermodale».