"Siamo contenti che nella prossima legge di Stabilità si vogliano inserire la riduzione delle accise sui carburanti e l’azzeramento delle tasse di ancoraggio ma queste misure servono solo come do ut des con iterminalisti che usano i lavoratori per ricattare lo Stato ed avere qualcosa in più. Nel caso specifico, da questi ultimi, è stata chiesta la defiscalizzazione degli oneri sociali e contributivi a carico del datore di lavoro.

Il rilancio del porto di Gioia Tauro e dell’economia locale è legata indissolubilmente ad una riqualificazione del retro porto in modo da consentire la trasformazione dello scalo da porto di transhipment a vero e proprio porto di approdo dove le merci, anziché essere solamente trasbordate da una nave all’altra per essere poi spedite e lavorate in altre zone d’Italia, possano essere scaricate e trasformate in loco.

Per questo ed altri motivi stiamo proponendo con forza al Governo il nostro progetto delle Aree per l’Innovazione (API), unapianificazione il cui obiettivo politico è quello di stabilire gli obiettivi strategici di sviluppo dell’area del porto ma anche, e soprattutto, del retro-porto, stabilendone le regole affinché si possano attrarre investitori e imprenditori attraverso una burocrazia semplificata, un sistema giuridico semplice e rapido ed una fiscalità competitiva rispetto a quella delle zone limitrofe. Non si possono continuare ad usare soluzioni tampone che non risolvono nulla, anzi peggiorano la situazione di anno in anno.

Discorso che, naturalmente, vale anche per il Governo Regionale che ad oggi ha avallato questi rimedi “spot” senza evidenziare alcuna visione di lungo respiro".