Il presidente della Regione, Mario Oliverio, ha scritto al presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, e, per conoscenza, al ministro dei Trasporti Danilo Toninelli, per segnalare «con particolare urgenza la situazione drammatica determinatasi nel porto di Gioia Tauro». Lo annuncia una nota dell'Ufficio stampa della Regione. Nella lettera al premier Conti e al ministro Toninelli, Oliverio rimarca come «la gravità della situazione viene tutta a scaricarsi sulle spalle dei lavoratori, delle loro famiglie e del territorio già tanto provato. Il porto di Gioia Tauro per le sue caratteristiche è un porto nazionale, classificato nelle reti europee come porto “core” e pertanto la decisionalità e i finanziamenti sono tutti a carico allo Stato. E ciò - prosegue il governatore calabrese - vale a maggior ragione per i finanziamenti europei che arrivano allo Stato affinché li spenda attraverso i Pon nel porto di Gioia e nel suo retroporto, e quindi è esplicitamente previsto che la Regione Calabria non possa spendere risorse Por nel Porto di Gioia».


Secondo Oliverio, quindi, «la responsabilità sta in capo al Governo centrale. Nel novembre 2018 abbiamo avuto modo di rappresentare per iscritto al presidente del Consiglio (al ministro delle Infrastrutture, ai presidenti delle Camere, e alla deputazione tutta della Calabria) la grave situazione del Porto. Oggi la situazione è ancora più grave e potrebbe volgere all'irrimediabile, pur in un contesto marittimo internazionale positivo, qualora non si provveda con un immediato, deciso e autorevole intervento del Governo. I temi sul tavolo per i quali - aggiunge il presidente della Regione Calabria - sono necessari immediati e precisi impegni governativi sono: intervento per la gestione delle banchine; ricostituzione dell’integrità dell’Autorità portuale; immediati investimenti Pon reti nel porto; attivazione della Zona economica speciale».


Con riferimento alla gestione delle banchine, Oliverio ritiene «necessario un immediato intervento del Governo per risolvere la situazione che determina il crollo dei traffici nel porto, con la diretta ricaduta sui lavoratori: la quantità inaccettabile, 500 posti di lavoro in pericolo. È necessario - spiega il presidente della Regione - che il Governo concluda rapidamente il confronto con la società terminalista e i due soci per concretizzare gli investimenti privati al fine di superare la situazione di stallo». Oliverio poi ricorda «la grave situazione che si è venuta a creare con la rottura dell’integrità dell’Autorità portuale di Gioia Tauro, avvenuta in base alla legge fiscale 136 del 17 dicembre 2018, e le gravi conseguenze di tale decisione romana, su cui non ci sono stati alcuno studio o alcuna analisi. Tutto ciò ha obbligato a fare ricorso alla Corte costituzionale». A parere del presidente della Regione, poi, «è altrettanto decisivo che il Governo intervenga subito con gli interventi nel Porto che ricadono nei finanziamenti Pon per il Porto stesso tramite lo strumento Area logistica Integrata (Ali), un piano di investimenti decisivo per circa 150 milioni».


Infine, Oliverio sollecita al governo nazionale «anche una immediata convocazione del Comitato di Indirizzo per la Zes. La Calabria dopo essere stata la prima regione a proporre la Zes, è stata la prima ad avere il decreto attuativo nella primavera del 2018, ma solo nel dicembre 2018 è stato completato il Comitato con l'ultima nomina governativa e, comunque, ad oggi nessun incontro si è ancora svolto, rallentando l'impegno forte profuso dalla Regione».