VIDEO | In conferenza stampa è stata inoltre annunciata la riprogrammazione del fondi Psc per 500 milioni di euro che saranno destinati al contrasto alla pandemia
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L'obiettivo target 2020 era quantificato in 128 milioni di euro e la Regione Calabria l'ha raggiunto e superato. I dati sono stati forniti questa mattina nel corso di una conferenza stampa convocata in Cittadella per fare il punto sullo stato di attuazione della programmazione comunitaria 2014/2020, la stessa per la quale la sezione Controllo della Corte dei Conti, durante l'udienza di parificazione del bilancio regionale, aveva relegato la Calabria agli ultimi posti in Italia per la spesa certificata al 2019: solo il 25%.
Obiettivo target
Nell'annualità che si appresta a concludersi però la Regione ha impresso un cambio di marcia, certificando una spesa del valore di 190 milioni di euro e superando così il target fissato dalla comunità europea di 62 milioni di euro. Una circostanza che secondo quanto riferito dal presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì consentirebbe nel 2021 di partire col piede giusto dal momento che gli obiettivi target del primo semestre sarebbero già soddisfatti dalla spesa sostenuta entro il 2020.
Riprogrammazione Psc
Nel corso della conferenza stampa è stato inoltre riferito della riprogrammazione di alcuni fondi rientranti nel programma di sviluppo e coesione destinati al contrasto all'emergenza Covid. In particolare, si tratta di 500 milioni di euro che secondo quanto riferito dal presidente Nino Spirlì erano impegnati in «progetti irrealizzabili». Sono così stati ridistribuiti per la sanità 140 milioni di euro, scuola e istruzione 45 milioni di euro, attività economiche 180 milioni di euro, lavoro 100 milioni di euro e sul capitolo sociale sono finiti 35 milioni di euro.
I 2 miliardi in opere mai completate
Nelle pieghe però delle risorse impegnate in progetti "in completamento" sono spuntati fuori 2 miliardi e 700 milioni di euro. A riferirlo è stato l’autorità di gestione del Por Calabria, Maurizio Nicolai, il quale ha inoltre precisato che «qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di definanziare queste opere». Si tratta di migliaia di interventi vetusti e datati nel tempo finanziati con risorse statali, basti pensare che alcuni risalgono alla programmazione 2000/2006, altri ancora alla programmazione 2007/20013 e alla più recente 2014/2020. Ciascuna delle due prime programmazione porta in pancia rispettivamente 800 milioni di euro per opere mai completate.