Il nodo dei tempi sulla revisione del Piano che sarà proposta alla Commissione europea: impossibile terminare i lavori entro il 2026, la scelta cadrà su opere meno problematiche
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In tutto a finire sotto esame saranno investimenti per 10-12 miliardi di euro: la nuova revisione del Pnrr sarà proposta alla Commissione europea nelle prossime settimane. Sul tavolo sono finiti interventi infrastrutturali: in primis un lotto della Tav Salerno-Reggio Calabria, il valico ferroviario dei Giovi e gli interventi sulla maxi diga di Campolattaro, in provincia di Benevento, e di un altro invaso in Sicilia. L’intervento potrebbe essere anche più ampio: interventi comunali come il Pinqua (Programma innovativo per la qualità dell’abitare) e banda larga gli altri settori indiziati. Il primo step investirà le questioni tecniche, il resto dell’intervento sarà politico.
È una partita delicatissima che il ministro titolare della delega al Pnrr Tommaso Foti vuole chiudere in tempi stretti, con una parziale riscrittura del Piano entro il mese di febbraio. Nel ricco dossier infrastrutturale, ballano due miliardi di euro sul primo lotto della Salerno-Reggio, tratto essenziale per portare l’Alta velocità in Calabria che si trova in affanno rispetto alla scadenza del 2026. L’ipotesi più probabile è la sostituzione con tratte meno problematiche, per essere poi coperto con fondi nazionali in grado di garantire un intervento anche oltre la deadline fissata per il Piano.
È in quest’ottica che si inserisce l’emendamento alla manovra che, oltre ad aumentare la dote potenziale del Ponte sullo Stretto, ha assegnato 1,1 miliardi alle opere ferroviarie collegate al Pnrr e 2,49 miliardi a Rfi. Per tutti gli osservatori economici era una mossa preparatoria per la rimodulazione del Pnrr. E nella stessa ottica va visto il rifinanziamento alla diga di Campolattaro.
Il destino dell’Alta velocità in Calabria verrà seguito molto probabilmente anche dal Terzo valico dei Giovi, collegamento cruciale da 53 chilometri, 37 dei quali in galleria, per sviluppare la linea ad Alta capacità tra il porto di Genova e Milano. Anche in questo caso le difficoltà tecniche e logistiche rischiano di imporre un cambiamento di tracciato che è quasi impossibile realizzare nei tempi fissati dal Pnrr: in gioco ci sono 4,3 miliardi che, come quelli per l’Alta Velocità in Calabria, potrebbero essere spostati altrove. Come se non bastasse, i due miliardi messi a rischio per garantire il rispetto dei tempi del Pnrr sono soltanto una fetta minoritaria dei 17 che servono per completare l’Av fino a Reggio Calabria. Tutto molto sulla carta, insomma. E un pezzo di quella carta potrebbe essere stracciata per dirottare i fondi verso lidi più sicuri.