La marineria di Schiavonea, nota per la tradizionale pesca della sardella, sta attraversando un periodo di profonde difficoltà. Le problematiche principali riguardano la mancanza di una regolamentazione chiara e l'inquinamento delle acque, che provoca morie di pesci e mette a rischio l'intero ecosistema marino.

Regolamentazione incerta e sperimentazione in corso

La pesca della sardella è attualmente oggetto di una sperimentazione autorizzata, volta a monitorare l'impatto ambientale e la sostenibilità di questa attività. Tuttavia, l'assenza di una normativa definitiva crea incertezza tra i pescatori, che chiedono certezze per poter pianificare il futuro del loro lavoro. Il senatore Ernesto Rapani, parlamentare di Fratelli d’Italia, si è recato personalmente al porto di Schiavonea per confrontarsi con i pescatori e partecipare a una battuta di pesca. «Mi sono voluto rendere conto di cosa significhi davvero una giornata di pesca al novellame – ha dichiarato il senatore – e allo stesso tempo verificare se ci siano le condizioni per poter parlare, in prospettiva, di un’autorizzazione regolare a questa attività. Ritengo che la pesca della sardella possa essere gestita in modo sostenibile».

Inquinamento e moria dei pesci

Oltre alle questioni normative, i pescatori di Schiavonea devono affrontare il problema dell'inquinamento delle acque. Lo sversamento di fitofarmaci provenienti dal comparto agricolo nei corsi d'acqua che sfociano in mare provoca morie di pesci e altera l'ecosistema marino. Questo fenomeno incide negativamente sulla qualità del pescato e sulla sopravvivenza delle attività legate alla pesca.

Impatto economico e sociale

La pesca della sardella rappresenta una risorsa economica significativa per la comunità di Schiavonea, coinvolgendo circa 60 famiglie e generando un fatturato annuo di circa 3 milioni di euro. La mancanza di una regolamentazione chiara e l'inquinamento delle acque mettono a rischio non solo l'ecosistema marino, ma anche la stabilità economica e sociale della comunità locale.