Sospendere al più presto le interruzioni della fornitura di energia elettrica e gas per morosità degli utenti. Tamponare l’immediato, prima ancora di ripensare l’intero settore, dalla transizione energetica alle fonti di approvvigionamento.

Sul tavolo, milioni di famiglie che rischiano seriamente di passare l’inverno al freddo e al buio: «Serve un intervento che vada oltre il decreto aiuti». L’Assemblea nazionale dei consumatori ha coinvolto sindacati e forze produttive, riunendosi oggi sul web nel tentativo di coordinare un’azione comune contro l’aumento impazzito dei prezzi che rischia di mandare a gambe all’aria famiglie ed imprese, ne sono tutti convinti.

E d’altronde, i numeri che vengono fuori dagli studi di settore sono più che drammatici. Numeri che investono principalmente il settore dell’approvvigionamento energetico ma che, soprattutto per le famiglie in difficoltà, finiscono per allargarsi alla stessa gestione della casa.

Sono 4,7 milioni gli italiani che hanno saltato il pagamento di una o più bollette relative a luce e gas negli ultimi nove mesi. Un dato praticamente raddoppiato dall’ultimo rilevamento datato 2009. Una marea umana a cui, con il picco dei prezzi che ogni giorno raggiunge vette più alte, potrebbero aggiungersi altri 3 milioni e rotti di cittadini che si troveranno in estrema difficoltà con le prossime scadenze. Per non dire delle quote per le spese condominiali. Secondo le stime del Codacons sono più di due milioni e mezzo gli italiani in ritardo con le proprie spettanze, in una escalation drammatica che ha portato diverse palazzine, soprattutto nelle grandi città e non solo nelle zone di edilizia popolare, ad accumulare ritardi con i pagamenti che potrebbero, a cascata, provocare l’interruzione generali delle utenze.

Corsa al rialzo

È di quasi il 60% più alto rispetto all’ultimo trimestre, il costo medio della bolletta dell’energia elettrica per le famiglie italiane (il 122% in più rispetto allo stesso periodo nel 2021). Un aumento vorticoso che, in soldoni, è costato finora un ricarico di più di 650 euro annui per abitazione. Pressoché gli stessi numeri relativi alle forniture di gas che registrano un aumento del 70% nell’ultimo trimestre, con un ricarico sul consumatore medio finale di 2500 euro in più per anno. Una deriva che non accenna ad arrestarsi a cui si aggiunge la differente strategia delle compagnie energetiche che, vista l’aria che tira, hanno modificato le loro politiche rispetto ai clienti morosi, riducendo i tempi prima dei provvedimenti ed arrivando a interrompere le forniture al primo accenno di insolvenza.

Bloccare le interruzioni di energia

«Bisogna fermare il taglio delle utenze dei consumatori – è emerso da tutte le associazioni invitate sul web da Codacons – e bisogna farlo subito. Prima di ogni altra cosa. Sono a rischio le famiglie e le imprese». Se l’aumento incondizionato delle tariffe che si è abbattuto sulla gestione della casa ha provocato un vero esercito di cattivi pagatori infatti, sul versante imprenditoriale le cose non vanno meglio. «Sono molte le imprese, soprattutto quelle piccole, che hanno dovuto rivedere gli orari di attività, riducendo al minimo indispensabile quelle di apertura al pubblico – denuncia la Cna – nonostante queste precauzioni però molte tra quelle stesse attività produttive non riescono a stare dietro alle bollette e rischiano comunque di calare la saracinesca per sempre». Anche perché «in alcuni casi aumentare il prezzo aiuta ma quelli che come noi – dice un rappresentante dei panificatori – non possono farlo. Il pane è un bene necessario e aumentare i prezzi tanto quanto servirebbe a coprire le nuove spese risulterebbe incomprensibile per i consumatori».

Aspettando la transizione

E se la guerra in Ucraina ha mostrato la debolezza dell’Europa rispetto all’autosufficienza energetica, in Italia questo gap ha raggiunto ritardi ancora più drammatici. Solo cinque i Gigawatt da energia solare messi in campo dal nostro paese negli ultimi 10 anni, un decimo di quanto si era preventivato. Un ritardo che, ora, si paga in bolletta. «Ma che potrebbe essere migliorato creando una serie di “comunità energetiche” che raggruppino più imprese o più complessi abitativi, in grado di trattare direttamente con i produttori prezzi e forniture per l’energia elettrica».