VIDEO | Il sit in dei lavoratori della Sea Work e della International Shipping fa correre ai ripari il terminalista dei container che deve chiamare ai turni altri operai mentre le 2 ditte replicano: «Lo sciopero è fuori legge»
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Hanno fatto un sit in davanti all'ingresso del porto di Gioia Tauro, senza intralciare il traffico, e poi hanno proseguito la loro protesta nella sede dell'Autorità di sistema portuale, dopo aver ricevuto dalle loro aziende le lettere di contestazione per lo sciopero.
I lavoratori della Sea Work e della International Shipping, due delle quattro imprese autorizzate a fornire manodopera al terminalista dei container, hanno acceso così un agosto caldo sulla banchina sotto le bandiere della Cgil che ha proclamato una astensione dal lavoro tesa a paralizzare le aziende con effetti a cascata anche sul committente Medcenter. Solo la diplomazia dei dirigenti sindacali, Salvatore Larocca e Domenico Laganà, nonché la capacità di ascolto dimostrata da Pasquale Faraone - dirigente dell'Aps, che ha parlato ai manifestanti in sostituzione del presidente Agostinelli, impegnato a Catanzaro nelle stesse ore - sono riusciti ad evitare il peggio, visto il proposito dei manifestanti di valutare altre forme più estreme di protesta, anche con la chiusura del porto via mare.
Secondo quanto riferito dai sindacalisti le rimostranze dei lavoratori riguardano soprattutto la flessibilità non comunicata con anticipo ai lavoratori e il mancato pagamento per intero del lavoro festivo, mentre Laganà ha voluto sottolineare la correttezza delle altre due imprese portuali autorizzate. Il sindacato, considerando legittimo lo sciopero, ha garantito l’assistenza per indirizzare alle aziende delle lettere di replica ai provvedimenti disciplinari minacciati, mentre Faraone ha dichiarato: «Valutiamo tutti insieme gli effetti sull’occupazione e sulla ricollocazione nell’ipotesi estrema di decadenza dell’autorizzazione dell’impresa, è un’ipotesi prevista».