Fanno sul serio i ristoratori vibonesi. Martedì 6 aprile riapriranno le loro attività con o senza revoca della zona rossa. Al gruppo “Zona bianca” hanno aderito un centinaio di imprenditori. Un numero destinato a crescere: «Sono diverse le adesioni che stiamo raccogliendo da ogni parte della provincia», conferma l’avvocato Pasquale Matera coordinatore insieme a Sidney Arena del gruppo. «È una battaglia di sopravvivenza» spiegano i legali che stanno preparando una class action nei confronti del Governo, per chiedere un risarcimento danni.

Alla canna del gas

E così, stamattina una nutrita delegazione di ristoratori si è ritrovata in piazza Michele Bianchi a Vibo Marina per un sit-in spontaneo nel corso del quale sono emerse le difficoltà che da oltre un anno sono costretti a vivere. Utenze staccate per morosità, tasse e affitti non pagati e le banche che sollecitano di continuo: «Se le nostre attività sono chiuse, come facciamo ad onorare i nostri impegni?» Si domanda un ristoratore che mostra un mazzo di bollette e raccomandate dei fornitori. Tutte da pagare. «Dobbiamo aprire altrimenti sarà la fine di tutto». Parole cariche di rabbia e disperazione. «Fino ad oggi abbiamo rispettato le regole imposte dal Governo – commenta Laura – ci hanno mandato 600 euro a fronte di spese che vanno ben oltre questa cifra. Ecco perché riapriremo – continua la titolare di una yogurteria –  Rispetteremo il distanziamento, proprio come avviene in tutte quelle attività rimaste aperte. Ma dobbiamo aprire per non morire di fame». In  piazza anche il titolare di uno stabilimento balneare «È da settembre –  lamenta – che siamo chiusi. Ora basta!».

«O si viola la legge, o si chiude per sempre»

Parla di situazione insostenibile un ristoratore di 42 anni di Vibo Valentia. Lui non potrà riaprire il 6 aprile prossimo come faranno i suoi colleghi. «Ho l’utenza della luce sospesa per morosità. Come faccio a pagarle se da più un anno non incasso un centesimo?». Non vede via d’uscita Francesco che rischia di non riaprire più il suo ristorante a Vibo Valentia. Rischia di essere iscritto sul registro dei cattivi pagatori, ma non per colpa sua. «Il Governo non ci ha tutelati», l’amara constatazione. Come lui tutti i colleghi di una categoria piegata dagli effetti del Covid. «Fateci riaprire, vi prego». È una forma di «legittima difesa quella intrapresa dai ristoratori», aggiunge l’avvocato Matera: «Queste chiusure – afferma – stanno pregiudicando il futuro di tante attività che rischiano di non riaprire mai più. Ecco perché abbiamo deciso di sostenere la loro battaglia. O si apre in violazione della legge – conclude – o si chiude per sempre».