VIDEO | Nelle prossime ore la struttura sarà affidata in via temporanea ad uno degli otto soggetti partecipanti alla manifestazione d'interesse pubblicata dall'amministrazione. Nessun obbligo nei confronti di dipendenti e fornitori del precedente soggetto gestore
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Al protocollo del Comune di Rende sono pervenute otto istanze di partecipazione alla manifestazione d’interesse, pubblicata d’urgenza, per l’affidamento temporaneo della gestione del Parco acquatico. L’amministrazione dovrebbe scegliere in tempi brevissimi l’azienda aggiudicataria con l’obiettivo di riaprire subito la struttura e consentirne l’immediata fruizione. Dopo aver perso giugno e luglio, almeno per il mese di agosto i cittadini potrebbero così godere dell’ampia piscina e dei servizi ad essa connessi.
Taglio netto col passato
Il soggetto subentrante non avrà alcun obbligo nei confronti di dipendenti e fornitori del precedente concessionario, la Parco acquatico Santa Chiara 4.0, estromessa dal Comune per gravi inadempienze al termine di un lungo e a dir poco accidentato percorso. L’opportunità di mettere a posto le cose è tramontata proprio quando la mediazione del nuovo amministratore delegato Marcello Belmonte, subentrato ad Enzo Spanarelli, aveva consentito di intravedere una soluzione.
L’ingresso mancato
I soci della Parco Acquatico infatti, erano in procinto di aprire all’ingresso di capitali freschi, apportati da un nuovo sodalizio, facente capo all’imprenditore Attilio De Rango. Questi avrebbe acquisito la maggioranza delle quote e, di conseguenza, il controllo della compagine. In particolare, la Appalto Semplice, facente capo a Francesco Nasso, avrebbe ceduto per intero il pacchetto azionario detenuto pari al 39 percento, mentre la Tst di Enzo Spanarelli, avrebbe ridimensionato la propria partecipazione al di sotto della soglia del 50 percento, disfacendosi, in favore di De Rango, di una parte delle proprie quote.
Sottoscritto un preliminare di vendita
L’operazione era già in fase avanzata: le parti infatti avevano sottoscritto un preliminare di vendita. L’affare è saltato quando il Comune di Rende, probabilmente nel momento meno opportuno, ha proceduto al ritiro della concessione. L’amministrazione quindi, dopo aver tergiversato per mesi, ha mandato all’aria l’unica possibilità di salvare dal fallimento la Parco Acquatico 4.0 e, con essa, le speranze di chi si era esposto anche con il proprio lavoro, di incassare almeno in parte i propri soldi.
Una scatola vuota
Estromessa dalla gestione dell’infrastruttura, la Parco Acquatico 4.0 è adesso una scatola vuota e non è certo in grado di corrispondere nessun tipo di indennizzo. Né al personale non retribuito, né agli altri creditori tra i quali, paradossalmente, figura pure il Municipio di Rende che ha anticipato il pagamento di svariate bollette per oltre 40 mila euro.