Tra le contestazioni mosse dall’amministrazione del Campagnano alla Parco Acquatico 4.0, vi è anche un debito di quasi 43 mila euro maturato nei confronti del Comune. È riferito a bollette elettriche saldate dalle casse pubbliche poiché i contatori sono rimasti a lungo intestati all’Ente anche dopo il passaggio di consegne.

Da una proroga all’altra

Sul rimborso di queste somme, il tira e molla è iniziato nel novembre del 2019, quando gli uffici hanno diffidato la società al pagamento, concordando in seguito un piano di rateizzazione in sei tranche, con prima scadenza gennaio 2020. Ma anche questo termine è stato disatteso e, di proroga in proroga, complice anche l’emergenza Covid, si è arrivati ad un rinvio fino al 30 giugno.

Le altre violazioni contestate

Nel documento con il quale il dirigente del settore tecnico, Francesco Minutolo, avvia il procedimento di revoca della concessione, sono riportate anche diverse altre violazioni, tra cui la mancata trasmissione della relazione semestrale. Né risulta corrisposto il canone annuale da 12 mila euro che il concessionario aveva comunque facoltà di scomputare dal costo di eventuali interventi migliorativi che però, a quanto pare, non sono stati ancora rendicontati.

La vicenda degli stipendi

Il Comune ha anche chiarito alla Parco Acquatico Santa Chiara 4.0 di essere direttamente responsabile del saldo delle spettanze vantate anche dai collaboratori formalmente assunti dall’Associazione Sportiva Dilettantistica con cui la società aveva stipulato un accordo per la gestione degli impianti sportivi in seno alla struttura. Il codice degli appalti, infatti, vieta qualsiasi tipo di sub-concessione, pena l’immediata revoca della concessione stessa. Se invece l’accordo con la Asd è da configurare come subappalto, allora bisogna fare riferimento ad un’altra norma che espressamente obbliga il concessionario in solido con il subappaltatore a far fronte agli obblighi retributivi. Per cui nell’uno e nell’altro caso, la Parco Acquatico non può esimersi da responsabilità.

Il legame indissolubile

Uno dei punti chiave e più delicati della vicenda, poi, riguarda la richiesta di recesso dalla società effettuata dai soci minoritari, la Appalto Semplice, titolare del 39 percento delle quote, e la Consorzio Conedil Federimpresa, che detiene appena l’1 percento. L’uscita dalla compagine societaria della Conedil, socio qualificante per il cui tramite la Parco Acquatico 4.0 ha potuto assumere la titolarità della concessione, farebbe venire meno i requisiti richiesti in sede di gara d’appalto, con conseguente decadenza della concessione stessa.

Le altre irregolarità

Contestato inoltre il mancato rispetto degli obblighi di apertura al pubblico e della messa in funzione di alcune delle strutture del centro, quali la Spa, l’auditorium, il ristorante, la tecnotown. Infine, anche il comportamento di Antonio Vivacqua si configura come possibile causa di revoca della concessione, poiché il contratto di affidamento impone l’osservanza da parte di tutti i dipendenti, del codice di comportamento applicato agli impiegati comunali. Ma questo problema sarebbe già stato superato, avendo il Vivacqua rassegnato le dimissioni.

Quindici giorni di tempo

Adesso la Parco Acquatico 4.0 avrà tempo fino al 30 giugno per mettersi in regola ed evitare di dover restituire le chiavi. Per cui non è detto che la revoca annunciata da sindaco Marcello Manna, si concretizzi effettivamente. Non sono esclusi colpi di scena dell’ultimo momento. Il Comune non dovrebbe rimetterci un centesimo, potendo rivalersi, in caso di risoluzione anticipata, sulla fidejussione depositata in fase di sottoscrizione del contratto. Resterà però il danno di immagine ed anche quello per i cittadini che non hanno potuto beneficiare pienamente dell'opera.

Le parole del sindaco

«Il Comune ha puntualmente contestato tutte le inadempienze e adesso ha avviato le procedure di revoca. Non dimentichiamo che è trascorso meno di un anno dall’affidamento della struttura e nel mezzo abbiamo avuto anche la pandemia – dice il sindaco – Abbiamo l’obbligo di seguire un determinato iter procedurale e di rispettare le regole. Mi pare che in passato sono rimaste in piedi concessioni anche trentennali, senza che si sia mossa foglia». Ecco l'intervista