VIDEO | Si tratta di 28 padri di famiglia, in attesa di risposte sul proprio futuro. Sindacati in pressing per il riassorbimento dei lavoratori da parte della nuova azienda subentrante
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28 padri di famiglia si ritrovano senza lavoro a seguito di una brusca interruzione del rapporto tra un'impresa di Frosinone per cui operavano e la Wuilbild – Sirio e Anas. La decisione, che ha portato alla rescissione del contratto, è avvenuta dopo una serie di controlli all'interno della galleria di Roseto - lungo la 106 jonica - i cui dettagli rimangono avvolti nel mistero. Mentre le due aziende si confrontano con le conseguenze di questa rottura, i 28 lavoratori si ritrovano in una situazione di profonda incertezza. Questa mattina, di fronte alla sede della Wuilbild a Villapiana, hanno deciso di manifestare il loro disagio inscenando una protesta.
Per giovedì prossimo, la nuova azienda subentrante si incontrerà con le organizzazioni sindacali, in particolare con Andrea Ferrone e Giuseppe Guido della Cgil, con l'obiettivo di trovare una soluzione alla vertenza che includa il riassorbimento dei lavoratori. Tuttavia, le speranze di una risoluzione immediata sono incerte, poiché nel contratto non sono state incluse clausole sociali che vincolino la nuova azienda ad assumere i lavoratori precedentemente impiegati. Di conseguenza, il riassorbimento del personale è lasciato alla discrezione dell'azienda. Di fronte a questa prospettiva, i sindacati non intendono restare inermi. Hanno dichiarato la loro determinazione a combattere strenuamente per i diritti dei lavoratori, minacciando una lotta serrata nel caso in cui non si raggiunga un accordo soddisfacente per tutte le parti coinvolte. In questo intricato gioco di interessi economici e sociali, si trova al centro la vita di 28 padri di famiglia, la cui stabilità e sicurezza dipendono da un esito che, al momento, sembra tutt'altro che certo. La loro incertezza occupazionale riflette una realtà più ampia, dove la precarietà del lavoro e la mancanza di garanzie sociali continuano a minacciare il benessere delle famiglie italiane.
La posizione della Cgil
Per Andrea Ferrone, segretario generale della Filcams Cgil, «questi lavoratori hanno garantito con professionalità il controllo qualità e il laboratorio degli straordinari del cemento, ma oggi si trovano di fatto messi in mezzo alla strada». Ferrone auspica un intervento da parte delle istituzioni e della politica per risolvere la vicenda, ripristinando i posti di lavoro. «Tuttavia, la trattativa con l'azienda subentrante appare paradossale - afferma il sindacalista -, sebbene questa abbia richiesto professionalità dal cantiere, la sua inattività persiste a causa della mancanza di una conferma da parte del committente. Il risultato è un cantiere fermo, con lavoratori senza stipendio e imprese disposte ad assumere ma intralciate da procedure incerte». Ferrone sottolinea l'urgenza di risposte concrete e la determinazione della Cgil nel chiarire la situazione, senza muoversi dall'obiettivo di ottenere una soluzione per questa vicenda, definita grottesca per le sue intricanti complicazioni.
Giuseppe Guido, segretario generale della Cgil Pollino- Sibaritide- Tirreno, si trova a delineare le origini intricate di questa vertenza che, in sintesi, emerge da una regolazione dei rapporti tra Anas, Wuilbild, e l'appaltatore. Questo regolamento interno ha portato a scelte aziendali che, se da un lato possono regolare la fine dei contratti, dall'altro non possono privare padri di famiglia del loro lavoro. «È importante sottolineare che questi lavoratori, con la loro competenza tecnica, sono responsabili del controllo della qualità dei materiali e della conformità del cemento sul cantiere, un ruolo importante per garantire la legalità e la sicurezza delle infrastrutture». La recente sostituzione dell'azienda originale con una nuova ha sollevato dubbi e incertezze, specialmente considerando che questa nuova azienda avrebbe assunto tutti i lavoratori che hanno contribuito al progetto per tre anni. La priorità immediata è far rientrare i lavoratori sul cantiere e riattivare il laboratorio, fondamentale per il funzionamento dell'intero sito. Solo una volta riprese le attività sarà possibile esaminare più approfonditamente le questioni burocratiche e contrattuali, assicurandosi che la rescissione non sia stata determinata dalla qualità dei materiali utilizzati.