L’assemblea annuale di Confindustria Reggio Calabria si è svolta simbolicamente a Gioia Tauro, la città del Porto al centro dell’attenzione degli industriali che hanno nuovamente sollecitato l’istituzione della Zona economica speciale. Su questo tema, gli industriali reggini hanno presentato una monografia realizzata in collaborazione con Medcenter.


L’assemblea si è aperta con i saluti del sindaco di Gioia Tauro, Giuseppe Pedà, del commissario dell’autorità portuale gioiese, Davide Barbagiovanni Minciullo, dell’amministratore delegato di Mct, Domenico Bagalà, del presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca e del presidente della Provincia di Reggio Calabria, Giuseppe Raffa. I lavori sono stati poi scanditi dalla relazione del presidente di Confindustria Reggio, Andrea Cuzzocrea, dall’intervento del governatore calabrese, Mario Oliverio e dalle conclusioni del vicepresidente nazionale di Confindustria con delega al Mezzogiorno, Alessandro Laterza.

 

“Mai come adesso Gioia Tauro può rappresentare un punto di partenza per una nuova politica per la Calabria e per il Mezzogiorno. Crediamo nel confronto positivo con le istituzioni e lo abbiamo dimostrato lanciando il patto per la Calabria”, ha messo in luce il presidente di Unindustria Calabria, Natale Mazzuca che ha chiesto al presidente Oliverio di “fare in fretta perché la cronica situazione di difficoltà economica e sociale della nostra regione impone una svolta”.


“Già largamente diffuse in Europa, le zone economiche speciali rappresentano un volano di crescita dei traffici e dei flussi economici. In Italia in realtà l’iter non è mai partito ma intanto si può lavorare facendo marketing territoriale e attirando investitori anche con sgravi fiscali ottenuti con altri strumenti normativi”, ha sottolineato l’amministratore delegato di Mct, Domenico Bagalà.
Nella sua relazione, Cuzzocrea ha espresso perplessità sull’ipotesi di un’autorità portuale unica che comprenda Gioia Tauro e Messina. “La Zona economica speciale – ha aggiunto - è a nostro avviso una delle priorità, probabilmente la priorità per antonomasia per Gioia Tauro. Occorre la volontà politica del Governo nazionale di portare a compimento questo processo ottenendo per la Calabria uno status che sul piano normativo è assolutamente compatibile con la situazione di Gioia Tauro. La Zes si può fare ed è probabilmente l’unico strumento in grado non solo di attrarre nuovi capitali ma anche di rendere competitive le aziende attualmente operanti nell’hinterland”, ha posto in evidenza il presidente Cuzzocrea che ha parlato, tra l’altro, di Città metropolitana, di trasporti, di legalità e ha posto l’accento anche sulla vicenda della Camera di commercio, “una questione condivisa dal Direttivo per ripristinare un principio di diritto”.

 

“Saremmo miopi se ipotizzassimo uno sviluppo della Calabria e dello scalo gioiese al di fuori delle complesse condizioni attuali del paese. Il Mezzogiorno - ha evidenziato il presidente della Regione Calabria Mario Oliverio - non può non essere assunto come punto da cui partire per riaccendere i motori dell’economia dell’Italia, dunque come frontiera di ogni sviluppo possibile. A fine settembre promuoveremo un’iniziativa nell’ambito della quale il Mezzogiorno si proporrà come risorsa per l’Italia nel contesto euromediterraneo. Stiamo lavorando in silenzio e con i fatti, basti pensare al prossimo investimento nel retro porto per costruire automobili”, ha aggiunto Oliverio.


"Siamo stanchi di attendere ancora risposte sulla Zes – ha detto Raffa - il Governo esprima un giudizio sul provvedimento fermo in Parlamento, senza far ricorso all'alibi dell'Unione Europea che non sarebbe d'accordo nel concedere a Gioia Tauro questo fondamentale riconoscimento".


Minciullo ha poi ribadito l’impegno “per creare le condizioni logistiche affinché le potenzialità dell'area siano valorizzate attraverso la Zes". Secondo Pedà, inoltre "riaccendere il riflettori sulla Zes e sul porto di Gioi Tauro è un'azione indifferibile. E' necessario però assicurare consequenzialità agli intenti espressi, con i fatti e dare risposte".


“Il porto di Gioia Tauro per i numeri che possiede - ha concluso il vice presidente di Confindustria, Laterza - deve assurgere a opportunità di sviluppo di carattere nazionale ed europeo, trascendendo la dimensioni locale. La Zes non è un obiettivo ma uno strumento. Le questioni con cui ci dobbiamo misurare subito sono la legalità e le garanzie che offriamo a chi investe a Gioia Tauro. Ci vogliono certezze anche in termini burocratici e amministrativi e un governo regionale efficiente e credibile”.