Arriva il salvataggio della Banca popolare di Bari: il governo approva un decreto che stanzia 900 milioni di euro a Invitalia perché finanzi il Microcredito centrale e gli consenta di acquisire quote della banca. Tra gli obiettivi c'è quello di creare una banca d'investimento, che nascerebbe dalla 'scissione' delle acquisizioni fatte dal Mediocredito centrale: l'impegno è sostenere le imprese del Mezzogiorno.

La fumata bianca arriva dopo due giorni di scontro e tensioni nel governo. Il premier Giuseppe Conte riconvoca i ministri per approvare quel decreto che era stato stoppato da Matteo Renzi e Luigi Di Maio venerdì notte.

Alla Popolare di Bari potrebbero servire 500 milioni di euro

Secondo alcune fonti, dei 900 milioni di euro stanziati per il 2020 dall'esecutivo (da risorse del ministero dell'Economia), alla Popolare di Bari potrebbero servirne 500 e altri 400 potrebbero essere impiegati per rafforzare altre banche del Sud o sostenere imprese come l'Ilva (per la quale il governo immagina un intervento proprio di Invitalia). Ma per ora sono solo ipotesi. Al rilancio della Banca Popolare di Bari parteciperanno anche il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi ed eventuali altri investitori. L'istituto finanziario pugliese è stato sottoposto venerdì 13 dicembre alla procedura di amministrazione straordinaria da parte della Banca d'Italia. Questa decisione agevolerà la realizzazione degli obiettivi di rafforzamento della BPB.

Cambia il titolo del decreto

Il titolo del decreto cambia: "Misure urgenti per il sostegno al sistema creditizio del mezzogiorno e per la realizzazione di una banca di investimento”. Il testo è stato approvato senza modifiche sostanziali, ma in Consiglio dei ministri si è scelto di modificare l’intestazione, esplicitando il sostegno al sistema del Sud.