«Wedding vuol dire location, fotografi, fioristi, negozi abbigliamento, negozi di bomboniere, gioiellerie, catering, noleggi macchine, brigate di chef, brigate di camerieri ecc. Dietro ogni azienda ci sono persone, famiglie». Così Francesco Grandinetti, presidente regionale Assimec, associazione Imprenditori del matrimonio e della cerimonia poco dopo il nuovo dpcm che stringe ulteriormente i lacci intorno a chi lavora in questo settore. Uno dei pochi settori a non avere, ante Covid, risentito della crisi e che già con il primo lockdown era stato gambizzato. Poi negli ultimi mesi la rincorsa, con gli sposi decisi a sposarsi ad ogni costo per recuperare il tempo perso. Ora un nuovo stop che rischia di essere letale

 

«Penso che misure drastiche servano, anzi penso che siamo in ritardo. La salute viene prima di tutto. Ma per evitare il tracollo economico e psicologico delle persone servono interventi immediati che corrano di pari passo con le restrizioni. Non più promesse ma fatti», afferma l'imprenditore alla guida dell'associazione.

 

«Poche parole – aggiunge -  per dire e ricordare che quasi tutte le imprese del settore avevano programmato di onorare i loro debiti da investimento con gli eventi della primavera estate e con la ripresa d’autunno. Oggi, giustamente per cause più importati, viene bloccato tutto di nuovo. Allora? Gli interventi di “ristoro” devono essere immediati». Per Grandinetti «l’immissione di liquidità non può essere trattata come quella della precedente ondata, deve essere diretta ed immediata. Ad esempio per quelle aziende che hanno usufruito del vecchio decreto Cura Italia basterebbe “obbligare” gli istituti bancari a implementare il fido concesso almeno di un 50 per cento di ciò che hanno già concesso».

 

«Chi ha usufruito di ciò ha già avuto una istruttoria ed ha già avuto concessa la garanzia al cento per cento dello Stato, quindi sarebbe facile. E per chi non ha ancora ricevuto nessun aiuto bisogna adottare procedure snelle e dirette. Al governo bisogna far capire che queste categorie con le dovute eccezioni basano i pagamenti delle bollette, del canone di locazione, dei pagamenti dei debiti di investimento basandosi sugli eventi infrasettimanali. Quindi – sottolinea il presidente -  è facile immaginare che avendo tutto bloccato molti si troveranno a decidere cosa pagare per primo con quel poco che hanno».

 

«Si blocchino subito i pagamenti delle bollette energetiche e i relativi distacchi alle aziende e famiglie.  Si blocchino - chiede ancora - le segnalazioni dei protesti per le aziende. Non stiamo parlando di grandi aziende come la Fiat, ma di piccoli imprenditori che riescono a mantenere la propria famiglia e quella dei propri addetti con il loro lavoro quotidiano e se ciò viene a mancare, viene a mancare la sopravvivenza. Pertanto misure di restrizioni sì, ma immediati interventi di ristoro». «Non è più tempo  - conclude l’imprenditore - di promesse».