Gli operatori del settore chiedono la liquidazione delle somme dovute per i danni causati nell'area di pesca in cui sono collocate piattaforme estrattive nonchè l’avvio di un tavolo tecnico con Regione Calabria e Comuni
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L’avvio immediato delle procedure per la corresponsione di quanto dovuto alle marinerie di Crotone e Le Castella, a valere sulle royalties (risorse erogate dal Ministero dello sviluppo economico destinate al ristoro del danno causato nell'area di pesca dove sono presenti piattaforme estrattive) dal 2014 ad oggi, e la convocazione urgente di un tavolo tecnico tra i rappresentanti di categoria e i firmatari del relativo Accordo di programma (Regione Calabria e Comuni beneficiari). È quanto chiedono l’associazione dei pescatori crotonesi e i comparti di operatori e indotto della pesca di Crotone e Le Castella, in una nota, annunciando forme di protesta se la loro istanza non verrà accolta entro 72 ore. I pescatori lamentano che «le somme Royalties derivanti dall’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nelle acque prospicienti la costa del territorio crotonese, di spettanza delle marinerie di Crotone e Le Castella, non sono erogate ai legittimi beneficiari a far data dall’anno di estrazione 2014».
«Vicende indecorose»
Gli operatori della pesca, inoltre, denunciano che «dal 2017, anno di sottoscrizione dell’Accordo di Programma che disciplina la distribuzione e l’impiego delle risorse di cui sopra, a firma dei rappresentanti della Regione Calabria e dei Comuni beneficiari di Royalties (Isola di Capo Rizzuto, Cirò Marina, Cutro, Strongoli, Melissa, Cirò e Crucoli) assistiamo a vicende indecorose e inenarrabili. A partire dalla sottrazione illegittima delle risorse al settore pesca sostanziata nella negazione del diritto, sul falso assunto che l’eventuale erogazione potesse “probabilmente” configurarsi quale aiuto di Stato, questa la motivazione resa (a fronte del diniego) all'epoca dall’Amministrazione Pugliese e dalla Giunta Oliverio. La prima tanto scrupolosa nell’interrogarsi sulla legittimità dei diritti reclamati dai pescatori ma allo stesso tempo tanto generosa nel finanziare la qualunque manifestazione, sagra o contributo con le famigerate Royalties; la seconda sorda e indolente a tutte le richieste di convocazione o attenzione al problema ma anche “comoda” nel trattenere le risorse nel proprio bilancio con tempi indefiniti».
«Siamo soli in una battaglia scomoda»
Ma ci sarebbe di più: «Dal 2017 ad oggi, siamo stati testimoni di passerelle e fiduciosi interlocutori di politici in campagna elettorale pronti a sposare la nostra causa, salvo poi, nel migliore dei casi, ridimensionare l’impegno successivamente all’elezione. Abbiamo cercato e incontrato tutti, abbiamo fornito documenti ed elaborato decine di relazioni, sollecitazioni, pareri per consentire una visione completa ed esaustiva ai nostri interlocutori. Abbiamo dovuto motivare i nostri diritti come se avessimo dovuto giustificare un delitto! Ed ancora oggi ci ritroviamo soli, salvo la presenza e l’aiuto dei nostri referenti di categoria, in una battaglia scomoda per la classe politica del 2017, relativamente meritevole per quella attuale ma comunque ancora lontana dalla definitiva risoluzione. Gli operatori e le rispettive famiglie del settore pesca e del relativo indotto delle marinerie di Crotone e Le Castella, non possono che prendere atto della mancanza di volontà delle Istituzioni alla definizione della vertenza avviata all’indomani dell’Accordo di Programma del 2017».
Verso la protesta
Pescatori e operatori del settore, dunque, si vedono «costretti dalla profonda crisi economica che attanaglia il settore, anche e soprattutto a causa delle innumerevoli limitazioni presenti nelle nostre acque, uniti e determinati» a chiedere «l’avvio immediato delle procedure atte alla corresponsione di quanto dovuto alle marinerie di Crotone e Le Castella, a valere sulle royalties a far data dall’anno di estrazione 2014 ad oggi, a titolo di parziale indennizzo per i danni derivanti dalla presenza delle piattaforme estrattive nelle acque prospicienti la costa crotonese, ed in uno, la convocazione urgente di un tavolo tecnico tra i rappresentanti di categoria e i firmatari dell’Accordo di Programma (Regione Calabria e Comuni). L’attesa non potrà che risolversi con la chiesta convocazione, da formalizzare nel termine di 72 ore decorso il quale non esiteremo a porre in essere forme di protesta maggiormente incisive rispetto alle azioni fino ad oggi messe in campo».